Opzione donna o Ape sociale quale via posso prendere per anticipare l’uscita? La Quota Rosa diventa molto simile all’anticipo pensionistico Ape sociale, per cui si comprende l’esigenza di capire cosa scegliere o, meglio, qual è la soluzione più conveniente.

La pensione “Opzione donna” è un trattamento economico previdenziale basato sul calcolo del sistema contributivo rilasciato, a domanda, per le lavoratrici dipendenti e autonome che hanno perfezionato i requisiti disposti dalla normativa vigente, entro il 31 dicembre 2022.

L’anticipo pensionistico Ape sociale è un trattamento economico assistenziale a carico dello Stato erogato dall’Ente nazionale di previdenza sociale in favore di coloro che rientrano in particolari condizioni, in scadenza il 31 dicembre 2023.

I correttivi apportati alla pensione Opzione donna hanno tagliato parte della precedente misura riduce la possibilità d’uscita anticipata. Intanto, nella formula pensionistica sono state inserite parte delle condizioni presenti nell’anticipo pensionistico Ape sociale, per cui si comprende la necessità di far emergere le differenze tra le due misure.

Peraltro, se le condizioni sull’assistenza sono identiche, non lo sono, invece, i requisiti, per cui diventa difficile scegliere quale strumento utilizzare per il pensionamento.  

In questo articolo cercheremo di chiarire tutti i punti oscuri, al fine di dipanare tutti i dubbi che riguardano le due misure.

Opzione Donna o Ape Sociale: che differenza c’è?

I punti fermi sono essenzialmente due: la necessità di uscire dal lavoro prima dei 67 anni di età e una pensione liquidata con un assegno più alto.

Ciò che va detto, riguarda la parte identica delle due misure, ovvero la presenza di una prestazione economica assistenziale in favore dei caregiver e delle invalide con una percentuale di invalidità nella misura dal 74 per cento. E, ancora, la possibilità estesa ai disoccupati e alle licenziate.    

 Come funziona la pensione donna 2023?

Ancora qualche giorno, per le docenti, educatrici e personale Ata e scadrà la domanda per la pensione Opzione donna. L’istanza potrà essere esibita, entro il 28 febbraio 2023, attraverso il portale POLIS “istanze on line”.

Un motivo in più, per capire quali sono le differenze tra le due misure, quali pro e contro offre Opzione Donna rispetto all’anticipo pensionistico Ape sociale.

La pensione anticipata Opzione donna può essere richiesta dalle lavoratrici che hanno perfezionato, entro il 31 dicembre 2022, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica pari o superiore a 60 anni.

Al fine del conseguimento della pensione è richiesta l’appartenenza alle categorie di maggior tutela, come: caregiver, invalidità civile, lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese. 

 L’assegno viene liquidato con il calcolo del sistema contributivo secondo le disposizioni normative contenute nel decreto legislativo 180/1997.

Leggi anche: “Pensione anticipata Quota 103: ecco quando si presenta la domanda all’INPS per l’uscita a 62 anni con 41 anni di contributi”.

Come funziona la pensione Ape sociale donna 2023?

L’anticipo pensionistico Ape sociale donna è un’indennità economica erogata dall’Ente nazionale di previdenza sociale in favore delle donne che appartengono alle categorie di maggior tutela.

Al fine del conseguimento del trattamento economico assistenziale viene richiesto il raggiungimento di 63 anni e un’anzianità contributiva pari a 30 anni.

L’indennità a carico dello Stato viene corrisposta, a domanda, per tutto il periodo necessario al conseguimento della pensione di vecchiaia o della pensione anticipata.

L’indennità non può superare l’importo erogato fino a 1.500 euro mensili e non è soggetto a rivalutazione.

Perché è il momento di scegliere tra Opzione donna e Ape sociale?

La prima differenza viene registrata nella gamma dei requisiti anagrafici e contributivi. Infatti, Opzione donna permette di andare in pensione a 60 anni di età con 35 anni di contributi. Diversamente, l’anticipo pensionistico Ape sociale prevede il ritiro a 63 anni di età con un’anzianità contributiva di 30 anni.  

In sostanza, da una parte si allunga di tre anni l’uscita, mentre dall’altra si riduce di 5 anni il montante contributivo. Non semplici differenze, ma abbastanza rilevanti, considerato che il dislivello contributivo produce degli effetti sulla liquidazione della pensione.

Entrambe le misure prevedono per le madri la riduzione dell’età pensionabile fino a un massimo di 2 anni per l’uscita anticipata.

Di mezzo, però, c’è il calcolo della pensione. Per Opzione donna si procede esclusivamente con il sistema contributivo puro. Viceversa, per l’anticipo pensionistico Ape sociale, viene prevista una quota pro rata fino al limite di 1.500 euro erogati per 12 mesi, senza rivalutazione.

 Bisogna, pertanto, sottolineare che Opzione donna è una pensione diretta, mentre Ape sociale è un’indennità che accompagna alla pensione e non contiene la natura reversibile.

In conclusione, le misure per quanto diverse hanno molti punti in comune. La misura Ape sociale non è soggetta al calcolo contributivo della pensione, cosa che non avviene per Opzione donna. La prima viene erogata per 12 e non 13 mensilità.