“Terra sitibonda ove il sole si fa vino”, così Dante Alighieri definisce nei suoi versi la Puglia e già il nome: Apulia, sembra andare nella stessa direzione in quanto secondo una diffusa etimologia pare derivi da A-puvlia (terra senza acqua, intesa sia come piogge che come fiumi o laghi).

Vino in Puglia, la storia della vite in puglia

La coltivazione della vite in Puglia parte dai fenici, che si affacciarono sulle rive di questa regione intorno al 2000 a.C. e che introdussero nuovi vitigni e delle efficienti tecniche di coltivazione. Un analogo apporto diedero i coloni greci, importando alcuni dei vitigni che si trovano coltivati ancora oggi.

I Romani, sbalorditi dalla qualità e dalle tecniche con cui già veniva prodotto il vino, lo perfezionarono ulteriormente.

Il poeta Orazio definisce la puglia meridionale: “un angolo ridente (…), ricca di fecondi vigneti, produce vini che reggono il confronto col Falerno” (Il Falerno era un vino prodotto nella zona di Pompei, il più apprezzato dalla nobiltà romana).

All’epoca dei Romani si utilizzavano due termini per indicare il vino. La prima parola era “vinum”, che indicava il vino che si consumava principalmente: una bevanda ben lontana da quella attuale e che oggi faremmo fatica a bere in quanto questo “vino” veniva miscelato conmiele, resine, formaggi, acqua di mare (da prendere rigorosamente lontano dalla costa) ed altri additivi per renderlo più sciropposo. Si utilizzava poi un altro termine, che indicava il vino talmente buono che (per fortuna) non necessitava di essere mischiato o conciato con altre sostanze e questo termine era “Merum”. Plinio il Vecchio nella Naturalis historia chiama il vino pugliese “Merum” indicando come il vino pugliese fosse talmente buono che non aveva bisogno di essere conciato e andava quindi bevuto puro. Non a caso oggi la parola “Vino” è utilizzata a livello nazionale per indicare il nettare di Bacco mentre nel dialetto salentino il vino si chiama “Mieru”.

Il vino come motore dell’economia

Che la vitivinicoltura avesse importanza economica rilevante lo dimostra il fatto che nel periodo della dominazione romana furono coniati ben 35 tipi di monete a Brindisi recanti sul retro Arione nudo che cavalcava un delfino, reggendo l’idria vinaria e un grappolo di uva.

Dalla seconda metà del XIX secolo la Puglia si caratterizza per la produzione di grandi quantità di vini rossi ricchi di colore, estratto e componente alcolica, spesso però i vini erano dotati di poca acidità e venivano utilizzati come vini da taglio per le cantine del nord e le cantine francesi che nel frattempo stavano facendo i conti con la fillossera. Per questo la Puglia è nota con il nome di “cantina d’Italia”, per la sua grande produzione di vino con cui diverse cantine si andavano a rifornire.

Negli ultimi decenni si sta assistendo ad un cambio di rotta, i produttori hanno più consapevolezza delle potenzialità e della bontà del loro vino e stanno pian piano abbandonando la produzione di vini da taglio per ottenere vini di sempre maggior pregio e maggiore qualità.

Il clima

I grandi vini, si sa, si fanno prevalentemente in collina e la Puglia di colline ne ha poche… Il suo microclima però è unico e particolare in quanto il caldo estivo è mitigato dalle brezze marine che spirando da una costa all’altra riescono a creare un clima simile a quello collinare, riuscendo così a prevenire la formazione di muffe nei vigneti.

I principali vitigni coltivati in puglia

I vini prodotti in Puglia sono principalmente rossi e vengono dalle uve Negroamaro, Primitivo e Nero Di Troia su tutti. Alcuni vitigni meno diffusi sono anche la Malvasia Nera, l’Aglianico e l’Aleatico, utilizzato spesso per i passiti. Piccole chicche che si stanno riscoprendo sempre di più sono invece il Susumaniello e l’Ottavianello, quest’ultimo imparentato con il francese Cinsaut.

La Puglia è anche famosa per la produzione dei vini rosati, che partono spesso proprio dal Negroamaro, soprattutto in Salento.

I principali vitigni autoctoni a bacca bianca della Puglia sono invece il bianco d’Alessano, il Bombino Bianco (con cui nel nord Puglia si producono anche degli ottimi spumanti), la Verdeca e la Malvasia bianca.

Non mancano ovviamente i vitigni internazionali e nazionali, sia rossi che bianchi come ad esempio il Merlot, il Montepulciano, il Sangiovese, lo Chardonnay e il Fiano.

Giovanni Serio