Stop cessioni superbonus, piccoli lavori in sofferenza: cancellato un contratto su tre di caldaie e infissi senza il beneficio dello sconto in fattura. Sarebbe di oltre 4 miliardi di euro il danno derivante dalle mancate vendite e piccoli interventi nelle abitazioni in conseguenza del decreto di blocco della cessione dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura agevolati dai bonus edilizi e dal superbonus. Il che significa che i magazzini dei venditori rimangono pieni, che i contratti vengono annullati e che i cantieri dei lavori restano fermi. Uno stop che vale circa un terzo degli ordini che, adesso, rimarranno bloccati e non si sa per quanto tempo. Il blocco vige per i lavori che non sono stati avviati entro la data del 16 febbraio 2023 – giorno precedente all’entrata in vigore del decreto legge numero 11 del governo – anche se il beneficiario ha prenotato infissi, caldaie e quant’altro per eseguire gli interventi. Il provvedimento, dunque, non ha messo in crisi i soli lavori in edilizia ma anche le forniture che avevano predisposto offerte commerciali che includessero lo sconto in fattura per invogliare i contribuenti.
Stop cessioni superbonus, piccoli lavori in sofferenza: cancellato un contratto su tre di caldaie e infissi senza sconto in fattura
Stop cessioni superbonus su infissi e caldaie, Assotermica di Confindustria rileva “effetti drammatici per i target climatici e per l’industria italiana” senza poter contare sulle agevolazioni fiscali. “Una decisione drastica, del tutto inaspettata: l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura rappresentano un danno enorme per le famiglie e per le aziende manifatturiere italiane – commenta Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria – Dobbiamo considerare innanzitutto la direzione intrapresa dall’Europa in merito all’efficientamento energetico degli edifici: se in meno di dieci anni dobbiamo portare le nostre abitazioni a più che dimezzare le emissioni, superbonus ed ecobonus sono due misure fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi. L’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito – spiega ancora Nocivelli – rallenteranno notevolmente le opere di efficientamento energetico, impedendo ai condomini e alle famiglie – soprattutto quelle meno abbienti – di accedere ai bonus”. Complessivamente, oltre ai target da raggiungere per l’efficientamento energetico richiesto dalla Commissione europea, il blocco delle cessioni dei crediti rappresenta “un danno economico a tutta la filiera dell’edilizia”. Quindi i danni si riversano sull’industria meccanica e sull’impiantistica, un comparto che al giorno d’oggi conta il 34% degli occupati nel settore dell’edilizia.
Entità delle perdite 2023 per il decreto che ha bloccato lo sconto in fattura
Non va meglio nelle vendite e nelle installazioni degli infissi con il blocco del superbonus e dei bonus edilizi. Per Federlegno Arredo – che raggruppa Edilegnoarredo, Assotende e Assolegno – il blocco potrebbe portare, fin da subito, a mancati ricavi per tre miliardi di euro delle imprese coinvolte nei settori rappresentati. Un miliardo deriva dal mancato proseguimento dei lavori sugli infissi già prenotati prima del 16 febbraio ma non ancora eseguiti, più due miliardi che riguarderebbero i prossimi due mesi. E le perdite potrebbero proseguire chiudendo il 2023 con un calo delle vendite del 25-30% se non del 35-40% nella peggiore delle ipotesi, andando oltre anche a un contratto su tre andato in fumo. Federlegnoarredo chiede che “per bonus ristrutturazioni ed ecobonus avvenga lo slittamento al 31 dicembre 2023 dell’entrata in vigore del provvedimento che, con decreto d’urgenza, ha bloccato la cessione dei crediti per i bonus edilizi a partire dal 16 febbraio”, richiamando il governo a una strategia di lungo termine che “consenta agli imprenditori di strutturarsi e programmare su basi certe la propria attività e che preveda adeguati strumenti finanziari e fiscali che permettano il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici e delle singole unità abitative, nonché l’adeguamento sismico del patrimonio immobiliare”.