Le mogli di Maurizio Costanzo chi sono? Intanto è bene precisare che sono state quattro. “Dopo tre matrimoni, il quarto o viene bene oppure smetti” diceva il giornalista e conduttore televisivo, scomparso oggi all’età di 84 anni.

Le mogli di Maurizio Costanzo chi sono?

La prima moglie di Costanzo fu Lori Sammartino (più grande di 14 anni, all’epoca lui ne aveva 25): “Mi affascinava, era una grande fotografa. Mi fece crescere, veniva dal Mondo di Pannunzio, mi presentò Ennio Flaiano, Ercole Patti, Carlo Levi, Linuccia Saba, che fu sua testimone di nozze. Ci sposammo in chiesa, nel 1963, a Isola Farnese. C’era Raimondo Vianello, di cui avevo raccontato il matrimonio su Grazia pochi mesi prima: un buon colpo, ero l’unico giornalista ammesso, eravamo amici. L’unione con Lori durò pochissimo: mi innamorai di una segretaria della Mondadori“, ricordava Costanzo 20 anni fa in un’intervista a Barbara Palombelli sul Corriere della Sera.

Passano 10 anni. Nel 1973 nasce un’unione di affinità elettive e giornalistiche con Flaminia Morandi — che per lui divorziò dall’allora marito, il giornalista Rai Alberto Michelini — dalla quale ha avuto i figli Camilla, nata nel 1973 (che lavora come sceneggiatrice), e Saverio, nato nel 1975 (il regista).

Reduce da una relazione burrascosa con Simona Izzo (“era molto gelosa, non mi faceva dormire, adorava il dibattito sotto le lenzuola, cercava la rissa notturna“), Costanzo sposò nel 1989 Marta Flavi, ma le nozze durarono poco più di un anno e finirono malissimo tanto che i rapporti rimasero tutt’altro che idilliaci.

La quarta volta fu quella buona. Maurizio Costanzo e Maria De Filippi sono stati insieme dal 1990 al 24 febbraio 2003, giorno in cui il giornalista e conduttore è venuto a mancare.

“All’inizio nessuno sapeva di me e Maurizio Costanzo. Siamo stati scoperti al telefono”. Maria De Filippi, ospite a Domenica in qualche mese fa, ha rivelato a Mara Venier come venne alla luce la sua relazione con Maurizio Costanzo, all’epoca sposato con Marta Flavi.

Il primo incontro tra i due avvenne nel settembre 1989 durante un convegno sulla pirateria cinematografica che lei organizzò a Venezia (all’epoca lei lavorava per una società di consulenza sulla comunicazione).

Al momento del loro incontro, Maria De Filippi si era laureata in giurisprudenza con 110 e lode e voleva diventare avvocato, ma Maurizio la convinse a lavorare in televisione.

Nel 1993, Maurizio Costanzo e Maria De Filippi rischiarono di perdere la vita in un attentato organizzato ai danni del celebre conduttore Mediaset. Nell’auto, in via Fauro a Roma, si trovava anche lei. All’epoca Costanzo si occupava spesso di mafia, e la cosa non andava giù a qualche ‘esponente’ di Cosa nostra. 

Il matrimonio con Maria e il figlio adottivo

Il matrimonio tra i due è arrivato il 28 agosto 1995, celebrato con rito civile al comune di Roma dall’allora sindaco Francesco Rutelli. Nel 2002 la coppia ha preso in affido Gabriele, che all’epoca aveva dieci anni, adottato poi nel 2004.

Di lui, Maria De Filippi ha detto: “Che sia biologico o adottivo, un figlio è un figlio, punto. Quando adotti un figlio non è che ti arrivi in casa una persona che è già fatta in un modo e non cambia più: la verità è che, piano piano, tra te e lui succede qualcosa. Nasce un senso di appartenenza reciproco“.

Su Vanity Fair, Maurizio Costanzo parlò con grande tenerezza della storia d’amore con Maria De Filippi. Disse che tra loro c’era una grande “complicità” che via via si è trasformata “in un forte affetto”. Assicurò, poi, di non avere mai dato modo alla moglie di essere gelosa: “Non gli do motivo di esserlo, e non mi sono mai meritato una scenata. Nemmeno io lo sono. Se lo fossi, mi preoccuperei: significherebbe che qualcosa non va nella natura della nostra relazione”.

Nel corso degli anni Costanzo aveva più volte dichiarato che avrebbe voluto la mano della moglie a stringere la sua nell’ultimo istante“Le confesso che non so se ne sarò capace – aveva dichiarato la conduttrice – se avrò la forza e il coraggio di tendergli la mia mano quel giorno lì. Troppo dolore. Non voglio che mi resti come ultimo ricordo l’intreccio di quelle dita”.