Quattro missili da crociera strategici provenienti da Pyongyang e lanciati in mare in un’esercitazione: ancora una volta, la Corea del Nord si è resa protagonista di una dimostrazione “alle forze ostili”, con un implicito riferimento agli Stati Uniti, come reso noto dall’agenzia di stampa centrale Kcna.
Lanciati dall’area della città di Kim Chaek, nella provincia di Hamgyong del Nord, verso Mare del Giappone, i quattro dispositivi Hwasal-2 hanno colpito “con precisione” il loro obiettivo. I missili hanno dimostrato di poter raggiungere degli obiettivi situati fino a 2mila chilometri di distanza: sono rimasti in volo per quasi tre ore, hanno disegnato traiettorie ovali e a forma di otto.
“Grande soddisfazione” da parte dell’agenzia di Pyongyang “per i risultati di questi lanci”, con la commissione militare centrale del Partito del Lavoro della Corea che ha ribadito come i lanci “dimostrano nuovamente il livello militare delle forze di combattimento nucleari” del Paese, “in grado di rispondere alle forze ostili”.
Un’esercitazione che, secondo i media statali, “ha mostrato ancora una volta la postura bellica” della forza di combattimento nucleare nordcoreana.
Esercitazione missili Corea del Nord, solo la scorsa settimana altri tre lanci da Pyongyang
Altri tre missili erano stati lanciati dalla Corea del Nord la scorsa settimana, in quella che era stata additata come un’ennesima esercitazione di carattere bellico. Tra questi missili anche uno balistico intercontinentale: in tutta risposta, bombardieri B-1B sono stati lanciati dagli Stati Uniti nella regione in un addestramento congiunto con aerei da guerra sudcoreani e giapponesi.
Un’esercitazione congiunta che aveva destato la replica della sorella del presidente nordcoreano Kim Jong-un, decisa nel condannare l’accaduto e nel minacciare reazioni.
L’utilizzo del Pacifico come poligono di tiro dipende dalle azioni delle forze americane.
Proprio le esercitazioni congiunte tra Usa e Corea del Sud sarebbero il frutto della discordia tra gli Stati, perché considerate dalla Corea del Nord autentiche prove della volontà di portare a termine una potenziale invasione.
Usa e Corea del Sud rispondono alla Corea del Nord con esercitazione simulata: “Immaginato uso armi nucleari da parte di Pyongyang”
Dal fallimento dei negoziati con gli Stati Uniti nel 2019, la Corea del Nord ha accelerato lo sviluppo di missili balistici a combustibile solido a corto raggio contro il Sud. Si tratta di missili da crociera progettati per essere manovrabili in volo, in modo da eludere le difese avversaria.
A propria discolpa, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il Ministero della Difesa della Corea del Sud hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulle esercitazioni effettuate, compresa quella simulata al Pentagono.
Abbiamo immaginato uno scenario che prevedesse l’uso di armi nucleari da parte della Corea del Nord. Siamo pronte a rispondere alle minacce di Kim Jong Un.
Le delegazioni americana e sudcoreana hanno anche visitato una base di sottomarini nucleari in Georgia.
Dura la replica di Pyongyang, che definisce tali esercitazioni al Pentagono “pratiche ostili e provocatorie di Washington, tali da poter essere considerate una dichiarazione di guerra”.
Dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, intanto, è arrivata una forte condanna nei confronti dei nuovi lanci ad opera della Corea del Nord. Secondo quanto riferito da un portavoce delle Nazioni Unite, Guterres ha invitato Pyongyang a interrompere le “azioni provocatorie”. Nei giorni scorsi, mercoledì 21 febbraio, si è riunito d’urgenza a New York il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, su richiesta del primo ministro giapponese Fumio Kishida.