Mentre la Torre Eiffel si illuminava con i colori giallo e blu della bandiera ucraina, in segno di solidarietà, a Kiev a mezzanotte le campane hanno suonato per ricordare il primo anniversario della guerra, scoppiata il 24 febbraio 2022 dopo l’invasione russa. Ripercorriamone le tappe principali.

Un anno di guerra in Ucraina

È passato ormai un anno dall’inizio dell'”operazione militare speciale” con cui Vladimir Putin annunciava di voler “smilitarizzare e denazificare” l’Ucraina, in risposta, a sua detta, a una richiesta di assistenza delle autorità delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, minacciando i Paesi che fossero intervenuti di “conseguenze mai viste prima”. L’obiettivo? Conquistare Kiev, la Capitale, espandersi poi in tutta l’Ucraina ed instaurare un governo fantoccio filorusso. Un piano che, per il Cremlino, sarebbe stato raggiunto in poche settimane e che, invece, si è trasformato in breve tempo in una lunga guerra di posizione, con conseguenze enormi in tutto il mondo e centinaia di migliaia di morti, tra militari e civili, da entrambe le parti.

L’esercito russo inviato sul campo, in ampia parte costituito da riservisti e coscritti, ha dovuto fin da subito affrontare una resistenza inaspettatamente tenace da parte delle forze ucraine, che hanno potuto contare sull’appoggio dell’Occidente, trainato dal presidente americano Joe Biden, che già alla vigilia del 24 febbraio si era recato in Ucraina per ribadire il suo sostegno a Zelensky, il leader che, dopo aver accontonato il suo passato da attore comico, è diventato in un anno simbolo della resistenza. Le battaglie sono state tante e dolorose: ad aprile 2022, quando gli ucraini riconquistano la città di Kiev, in precedenza assiedata dai russi, scoprono gli orrori perpetrati dagli invasori – stupri, uccisioni arbitrarie, rapimenti -: il sobborgo di Bucha – dove i militari ucraini trovano intere vie piene di cadaveri – ne diventa il simbolo. A giugno, mentre la battaglia continua nel Donbass, l’allora Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, si reca a Kiev insieme a Macron e al cancelliere tedesco Scholz, portando un messaggio unitario: la condanna dell’invasione, la volontà di sanzionare la Russia e di aiutare Kiev. L’Ucraina, intanto, ottiene lo status di Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea.

Guerra in Ucraina
Edifici distrutti dai bombardamenti a Borodyanka (foto di Ansa)

Fatti, questi, che contribuiscono ad aumentare un solco tra i Paesi occidentali e la Russia, riecheggiando i tempi della Guerra fredda, rafforzando la minaccia di un ricorso alle armi nucleari e allontanando la prospettiva di un tavolo negoziale che, ancora oggi, a un anno dall’inizio del conflitto, sembra essere lontana. A fine settembre, dopo mesi di combattimenti, avanzate e retrocessioni, Putin, nel corso di una cerimonia tenutasi al Cremlino, firma l’annessione unilaterale (illegale) delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia alla Russia: la decisione fa seguito a un “referendum” orchestrato da Mosca nelle aree interessate. In risposta, l’Ue approva un nuovo pacchetto di sanzioni. Sanzioni che non fermano Putin. Per questo, i Paesi occidentali decidono per l’invio in Ucraina di carri armati (Usa e Germania), sistemi di difesa aerea (Italia e Francia) e altre armi, con l’obiettivo di sostenere il premier Zelensky e il popolo ucraino.

Gli ultimi sviluppi

Dopo la visita a Londra, Parigi e Bruxelles del Presidente ucraino, il 20 febbraio è Joe Biden a recarsi, a sorpresa, a Kiev. “Un anno dopo l’Ucraina resiste, la democrazia resiste”, dichiara, attaccando frontalmente Putin. “Pensava di poterci sconfiggere – dice -, ma sta fallendo”. E annuncia un altro miliardo di dollari di nuovi aiuti per l’Ucraina. Dal canto suo, il leader del Cremlino continua ad attaccare l’Occidente, ritenendolo il vero responsabile del conflitto in corso. Ma la Russia ha subìto pesanti perdite, da ultimo, non meno importante, quella della popolarità da parte di Putin: la speranza, secondo alcuni, è che la rivoluzione possa partire dal basso.