Quando sarà cancellato il Reddito di cittadinanza? Cosa arriva dopo il RdC? Il Reddito di cittadinanza sarà sostituito o assorbito da una nuova misura? Altri 10 mesi di sussidio di Stato e poi più nulla, si avvicina la data dell’addio definitivo all’ammortizzatore sociale. In arrivo per il 2024 altre due misure che dovranno sostituire o assorbire i percettori occupabili e quelli intoccabili in relazione alla fragilità delle famiglie.

Il sussidio di Stato, molto amato da una bella fetta di cittadini sarà cestinato nel 2024. Il governo Meloni ha in più occasioni chiarito la posizione dell’Esecutivo verso l’erogazione massiccia e continuativa di bonus, sussidi e quant’altro non invoglia all’occupazione. Per questo, sono stati introdotti numerosi correttivi sulla misura di contrasto alla povertà.

Reddito di cittadinanza 2023: cosa cambia

Per ora, poche certezze se non l’evidenza della cessazione della misura a partire dal 1° gennaio 2024, la presenza dei vincoli obbligatori per non perdere il sussidio, la riduzione a 7 mensilità e qualche paletto sulla formazione obbligatoria.

 È, comunque, queste novità non fanno paura, piuttosto, spaventa cosa accadrà tra 10 mesi.  Per assurdo, ridotto la durata, diminuito il valore e aumentati gli obblighi, resta la domanda “cosa accadrà dopo”. 

Secondo numerosi esperti, la perdita di validità del Reddito di cittadinanza è vicina, per cui resta da capire quale strumento sarà attivato per sostituire o assorbire il sussidio di Stato. Anche perché, i numeri sulla crescente povertà assoluta non si possono nascondere sotto il tappeto.

Già nel presente, ma soprattutto nelle previsioni future, si conta un numero abnorme di disastri in campo previdenziale, sociale e lavorativo. Il punto, in realtà, sono le regole “teoriche” che non collimano con la realtà.  

Quanto durerà ancora il reddito di cittadinanza?

Il governo italiano ha provveduto a mettere a regime le nuove regole per il Reddito di cittadinanza, per cui dal 2023 è cambiata la durata del sussidio e sono stati identificate due tipologie di famiglie o aventi diritto.

In particolare, è stata posto un faro acceso sulla fascia anagrafica compresa tra 18 e 59 anni. Nello stesso tempo, sono state salvaguardate i soggetti fragili, le famiglie con minori disabili e over 60.

La durata del sussidio è stata modifica in ragione della fascia di appartenenza, per cui i primi (da 18 a 59 anni), ottengono l’accredito del beneficio per un periodo limitato a sette mensilità.

Per l’altra fascia di appartenenza, ovvero fragili, famiglie con minori, disabili e over 60 viene garantito un accredito continuato a 18 mensilità e, comunque, fino al 31 dicembre 2023.

Sempre per la prima fascia sono stati disposti diversi obblighi formativi finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro e l’inserimento nelle attività socialmente utili, la non partecipazione porta alla decadenza dal diritto al sussidio, ovvero dei restanti 4 mesi su 7 di erogazione.

Per ora, le nuove disposizioni non sono state applicate su tutto il territorio nazionale, ma si procede in ordine sparso. Infatti, sono poche le Amministrazioni comunali che hanno impiegato i percettori del sussidio nei lavori socialmente utili.

 In sostanza, per qualche fruitore se slitta ancora qualche mese prima di ulteriori sviluppi, si potrebbero ridurre le condizioni che portano alla perdita delle mensilità a 3 o 2 mesi, come potrebbe diventare un concetto del tutto inesistente. Una riflessione necessaria, considerando la scadenza del sussidio fissata per luglio 2023.

2 misure in arrivo che sostituiranno l’RdC, ecco come

Il 2024 sarà l’anno del cambiamento o, almeno, il vento dovrebbe soffiare per il Reddito di cittadinanza. In vista due nuove misure che dovrebbe sostituire o assorbire il sussidio di Stato.

È possibile che venga introdotto una nuova misura o un nuovo Reddito di cittadinanza, particolarmente rigido con più paletti su requisiti e condizioni, in cui rientrerebbero i fragili, le famiglie con minori e over 60.

Secondo numerosi esperti, il valore del sussidio potrebbe diventare più ricco per le famiglie numerose e, comunque, le nuove norme dovrebbe garantire più soldi per coloro che realmente vivono in uno stato di bisogno.

Per la fascia di persone occupabili, ovvero quelle che rientrano tra 18 e 59 anni, sarà predisposto un nuovo piano di inserimento nel mondo del lavoro. Non si prevede un contributo economico, ma dovrebbe arrivare un supporto reddituale finalizzato al ricollocamento.

I corsi di formazione saranno attivati per garantire l’inserimento nel mondo lavorativo. Anche in questo caso, ci potrebbero essere grandi novità, una nuova edizione dell’ammortizzatore sociale preannunciata dal Viceministra al Lavoro Maria Teresa Bellucci, esponente di Forza Italia.