Anche Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del Pd, è intervenuto sul caso che ha infiammato la giornata odierna: il botta e risposta tra la Presidente del liceo Da Vinci di Firenze ed il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Bonaccini, che si trovava a Milano per concludere la sua campagna elettorale, ha spiegato:
Per comprendere la considerazione che questo Governo ha della scuola pubblica, basta vedere il ministro che Giorgia Meloni ha scelto per guidarla: senza mai dare risposte nel merito dei problemi, oggi Valditara ha superato sé stesso attaccando una preside di Firenze senza prendere posizione contro il gravissimo pestaggio di sabato scorso. È inadeguato al ruolo che ricopre.
Bonaccini ritiene il Ministro meritevole di dimissioni: “Anche se non sono uno che le chiede ogni giorno solo per fare opposizione, ma se continua così sarebbe opportuno”. Poi affonda su Valditara usando queste parole:
Di ministri così inadeguati ne avevo visti pochi, invece di andare ad applaudire la dirigente scolastica” per la lettera agli studenti “si permette di metterla all’indice davanti all’intero Paese. Sono rimasto allibito e sbigottito davanti alle parole Valditara, mi auguro che nel Paese ci sia una grande levata di scudi.
Anche l’altra candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein, condanna le parole del Ministro Valditara che: “Ha giurato sulla Costituzione antifascista. Non dovrebbe essere Ministro”.
Bonaccini contro Valditara: cos’è successo
Le origini nel caso sono rinvenire in quanto accaduto sabato scorso a Firenze: un’aggressione, violenta e brutale, organizzata da sei ragazzi del collettivo di Azione studentesca, un gruppo politico studentesco di estrema destra. Le persone erano tre minorenni e tre maggiorenni che si sono scagliati, per ragioni ancora da capire, su un ragazzo fuori dalla scuola. Le ricostruzioni la vogliono un’aggressione unilaterale e non una rissa e le cause, per quanto emerso finora, dovrebbero essere politiche. Si sta indagando ma, nel frattempo, torna in auge il tema della violenza politica e delle azioni eversive riconducibili agli estremismi politici. Il caso è tornato sotto l’attenzione nelle scorse ore quando una preside di un’altra scuola di Firenze, Annalisa Savino, ha diffuso una lettera che dice:
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato col suo nome, combattuto con le idee e la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così.
La missiva si è diffusa rapidamente ed è stata condivisa da tanti esponenti politici e non. Tra gli altri, dal Sindaco di Firenze Nardella. Il Ministro Valditara è intervenuto ma non per unirsi al grido di condanna verso gli aggressori bensì per richiamare all’ordine la dirigente scolastica rea – secondo lui – di aver proceduto ad un “atto improprio”. Definendo, poi, “ridicola” la decisione di parlare di fascismo in una lettera.