Bonus riapertura banche alla cessione crediti d’imposta grazie agli F24: ecco quali banche beneficeranno della misura considerata come una delle principali soluzioni per i superbonus rimasti bloccati. Si contano circa 20 miliardi di euro di crediti rimasti incagliati dei bonus edilizi e del superbonus 110%, ma solo 6,1 miliardi sarebbero a rischio frodi sul bonus facciate per come fu strutturata questa agevolazione fiscale – non più utilizzabile dal 1° gennaio 2023 – che non aveva limiti di investimento, diversamente dal superbonus agganciato dalla fasi iniziali all’asseverazione del progettista, alla certificazione del fiscalista e ai prezziari di riferimento Dei. Mentre si fanno i conti dei crediti che realmente potrebbero essere liberati e quelli che produrrebbero frodi, si cercano soluzioni per far circolare la moneta fiscale dopo il decreto pubblicato il 17 febbraio 2023 che ha bloccato le due opzioni di utilizzo dei bonus, ovvero lo sconto in fattura e la cessione dei crediti. E quella degli F24 rappresenta la soluzione individuata dalle associazioni di categoria – da quelle dell’edilizia a quelle bancarie – sulla quale il ministero dell’Economia ha assicurato una certa apertura. Che, però, sarà selettiva sulla compensazione tra tasse e crediti d’imposta. Anche perché non tutti i crediti deriverebbero dal superbonus 110%.
Bonus riapertura banche alla cessione crediti grazie agli F24
Come soluzione per i crediti d’imposta incagliati dei bonus edilizi e del superbonus 110%, il governo ha assicurato un’apertura, purché selettiva, sull’opzione della compensazione delle imposte con i modelli F24 che i clienti presentano in banca. La misura, che riguarderà anche i crediti derivanti dallo sconto in fattura, andrà a vantaggio solo delle banche che, effettivamente, siano prossime all’esaurimento del plafond di spesa e della capienza fiscale. Secondo quanto emerso nell’incontro al ministero dell’Economia e delle Finanze di due giorni fa, infatti, c’è la convinzione che le banche abbiano ancora degli spazi fiscali per continuare ad acquistare i crediti d’imposta, ragione per la quale i tecnici del Mef avrebbero già avviato alcune consultazioni con gli istituti bancari. La ripresa degli acquisti dei crediti da parte delle banche servirebbe anche al ministero dell’Economia per mantenere la promessa di soluzioni “rapide” fatta all’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) senza dover attendere la legge di conversione del decreto numero 11 del 17 febbraio scorso alla metà di aprile.
Superbonus tra sconto in fattura e frodi fiscali: la situazione
Bonus e riapertura banche, il ministero dell’Economia sarebbe della convinzione che non tutti i circa 20 miliardi di euro dei crediti d’imposta dei bonus edilizi e superbonus 110% che devono ancora trovare una collocazione sul mercato finanziario sarebbero rimasti incagliati. Dei 19,936 miliardi di euro di crediti, circa un terzo, quindi 6,1 miliardi di euro, riguarderebbero il bonus facciate, agevolazione che dal 2023 non esiste più, ma che avrebbe prodotto un giro consistente di cessione crediti e anche di frodi, come sottolineato da Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza sentito in audizione alla Camera due giorni fa sull’argomento. Per questi crediti, il problema non è il blocco della circolazione, ma il fatto che le banche non ne siano interessate all’acquisto per non avere problemi di frodi e di rischi di inconsistenze. Sulle cifre del superbonus è intervenuto l’ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Conte II, Stefano Patuanelli: “Per la Guardia di Finanza il Superbonus 110% rappresenta solo lo 0,3% dell’intero ammontare delle truffe in edilizia. Tra le infinite fake news diffuse su questo volano economico, una delle più gravi è stata l’accusa di essere ‘la più grande truffa della storia della Repubblica’ – si legge sul suo profilo – Il comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana ha infatti fornito alcuni dati alla Camera dei Deputati che smentiscono totalmente la folle narrazione dell’ultimo anno, partita dal Governo Draghi fino ad arrivare a quello Meloni. Le frodi maggiori hanno riguardato il bonus facciate e l’ecobonus, mentre la parte relativa alle due tipologie di Superbonus si aggira intorno al 4/5%. Dunque, considerando un ammontare di sequestri per 3,7 miliardi, la parte relativa al Superbonus riguarda circa 166 milioni di euro. Considerando i dati forniti da Enea a gennaio 2023 sul 110%, che parlano di un totale di 54,7 miliardi di euro di detrazioni maturate per i lavori conclusi, stiamo parlando dello 0,3% circa”.