Guadagni online, in arrivo anche in Italia e con ritardo la direttiva Dac7 ((Ue) 2021/514): i dati di chi guadagna oltre 2.000 euro online sui siti web, sui portali di commercio elettronico o tramite i social finiscono all’Agenzia delle entrate che li controlla ai fini delle imposte. In altre parole, i redditi di una certa entità saranno tracciati sul web e andranno nelle mani del Fisco. Il governo sta intervenendo in queste ore in Consiglio dei ministri per il relativo decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria. In questo modo, soprattutto i giganti online, fungeranno da spie per l’Agenzia delle entrate. Sull’adozione del provvedimento, verso l’Italia la Commissione europea ha già adottato la procedura di infrazione nella giornata dello scorso 27 gennaio per non aver rispettato la scadenza – nell’adozione della normativa – entro il 31 dicembre 2022. In particolare, la direttiva 514 del 2021 obbliga le piattaforme web di ciascun Paese membro a comunicare i guadagni ottenuti sul web dagli utenti. C’è una prima scadenza di queste comunicazioni fissata al 31 dicembre 2024 per i guadagni ottenuti dagli utenti in tutto il 2023. I dati, comunicati dai giganti del web attraverso i quali fanno affari i singoli utenti, finiranno direttamente all’Agenzia delle entrate per i dovuti controlli.

Guadagni online direttiva dac7, quali sono i dati da comunicare da chi guadagna oltre 2.000 euro online?

Evasione fiscale, sta per arrivare il decreto legislativo del governo italiano di recepimento della direttiva europea conosciuta come “Dac7” – (direttiva (Ue) 2021/514) – la quale prevede che i guadagni ottenuti online per importi eccedenti i 2mila euro debbano essere tracciati e finire ai controlli dell’Agenzia delle entrate. Sulla base delle direttiva, dunque, tutti i Paesi membri dovranno adottare il relativo provvedimento nazionale che disciplina le modalità di attuazione di quanto richiede Bruxelles. L’Italia, su questo fronte, è già in ritardo ed ha ricevuto la procedura di infrazione il 27 gennaio scorso per non aver provveduto ad emanare il decreto di recepimento entro il 31 dicembre scorso. Le nuove disposizioni nazionali dovranno mirare a fare in modo che le piattaforme online del Paese sede delle stesse comunichino i dati degli utenti che abbiano guadagnato importi di oltre 2mila euro. La prima scadenza di tale comunicazione è fissata al 31 dicembre 2024 per i guadagni che si sono verificati e si verificheranno nel 2023. Nel dettaglio, le comunicazioni dovranno contenere le informazioni dei venditori a seconda che siano persone fisiche o giuridiche. Nel primo caso, verranno comunicati il nome e il cognome, la data di nascita, l’indirizzo principale, il codice fiscale, il Nif e l’eventuale numero di partita Iva. Nel caso delle persone giuridiche, gli altri dati richiesti riguardano la ragione sociale, l’indirizzo principale, il Nif e l’indicazione del Paese che abbia proceduto al rilascio, la partita Iva, l’eventuale organizzazione e i Paesi nei quali è ubicata.

Come avviene il controllo dell’Agenzia delle entrate?

La nuova normativa sui guadagni online di oltre 2mila euro obbliga, dunque, tutte le persone fisiche e le società alla comunicazione dei propri dati ai colossi del web, piattaforme attraverso le quali si procede con la vendita di prodotti o servizi. In caso di mancata comunicazione dei dati richiesti, la piattaforma dovrà procedere con la cancellazione dei profili dei venditori dopo due solleciti e 60 giorni di attesa. Il funzionamento della nuova direttiva prevede, ad esempio, che chi vende un gruppo di prodotti su Vinted – che ha la sede in Lituania – guadagnando oltre 2mila euro, debba comunicare i dati alla stessa Vinted che poi provvederà a girarli all’Agenzia delle entrate italiana per i controlli anti-evasione fiscale. Il Fisco italiano, così come quello degli altri Paesi membri, avrà tutte le informazioni necessarie sui contribuenti e sulla loro regolarità di pagamento delle imposte. Secondo la Commissione europea con questa direttiva si arriverà a generare un gettito aggiuntivo di 30 miliardi di euro in tutta l’Unione europea. Tra i giganti del web, si segnalano anche le operazioni fatte tramite Ebay, Onlyfans, Amazon, Tik Tok e Airbnb, quest’ultima destinataria di nuovi obblighi sulle varie attività di locazione di beni immobiliari e di qualunque tipologia di servizio reso, da quello personale al noleggio dei mezzi di trasporto.