Gianni Cuperlo non si schiera. L’ex Presidente del Pd, candidato alle primarie per succedere alla segreteria di Enrico Letta, è rimasto fuori dalla corsa dopo che la votazione nei circoli ha visto Elly Schlein e Stefano Bonaccini diventare gli unici due candidati in partita. Paola De Micheli ha avuto lo stesso destino ed ha deciso di sposare la mozione di Bonaccini. Cuperlo ha preferito non fare indicazioni e, quindi, lasciare libertà di coscienza ai suoi elettori e alle sue elettrici. In un’intervista all’AGI, ha spiegato le ragioni di questa scelta:
Dall’inizio ho contestato l’idea del congresso più importante della nostra storia come un derby tra due persone che pure stimo. Il passo avanti che ho fatto è stato il tentativo di spostare il confronto dai nomi alle idee. Lo abbiamo fatto a mani nude e senza potentati alle spalle. Conclusa la prima fase, quella del voto tra gli iscritti, abbiamo riunito i volontari che quella scommessa avevano accettato e ci siamo trovati con cinquecento tra amici e compagni a discutere e a decidere che un apparentamento avrebbe finito con l’indebolire le ragioni della nostra piattaforma. Il mio è un appello alla più larga partecipazione alle primarie di domenica prossima e naturalmente chiunque prevarrà avrà il sostegno leale di tutti noi, ma nella chiarezza e nell’autonomia di uno spirito critico che troppo spesso in passato è venuto meno.
Primarie Pd, nessun apparentamento per Cuperlo
In quanto terzo classificato, ed in virtù del suo 8%, Cuperlo avrà diritto ad eleggere 16 membri dell’assemblea del Pd (2 per ogni punto percentuale superiore al 5% come scritto nello statuto del partito). Su chi saranno i suoi rappresentanti ha detto che:
Da molti anni si ragiona troppo di organigrammi e meno di come ricostruire ponti con pezzi interi di società che non abbiamo più visto, ascoltato e saputo rappresentare. Detto ciò, per me e per noi quell’8 per cento non è un punto d’arrivo ma il segnale di una domanda e di uno spazio di elaborazione e incontro da coltivare nel dopo.
Cuperlo respinge, pur non scontrandosi con nessuno dei due candidati in corsa, l’accostamento alla visione di Schlein. Le sue parole:
Se guardo alle altre piattaforme, quella di Schlein come di Bonaccini, vedo tante cose che ci accomunano e lo giudico un bene. Dallo ius soli al salario minimo, da una politica redistributiva che colpisca l’evasione alla centralità dei beni pubblici, scuola e sanità, sino a un modello di sostenibilità economica, sociale e ambientale, so che il nuovo Pd avrà un’agenda condivisa da far pesare nella nostra opposizione a una destra che il paese lo vuole disunire, che usa i migranti come merce di propaganda e concepisce la povertà come una colpa. Ma detto ciò penso che quella destra si affronta e sconfigge solo con un solido impianto culturale sfidandola sul terreno dove hanno vinto e per farlo non basta un elenco di buone riforme. Serve una sinistra che torni a coltivare un pensiero sul tempo storico che ci è dato da vivere e attraversare.
Poi, nello stile collaborativo e cooperativo che ha attorniato questa contesa congressuale, specifica che: “Chiunque sarà il segretario o la segretaria del nuovo Pd avrà il mio pieno sostegno”.
La distanza dai vertici del partito
Sia Bonaccini che Schlein, forse in uno sforzo di rinnovamento, hanno preso le distanze da vertici e capicorrente. Anche se questi, autonomamente, hanno deciso di sposare una o l’altra mozione. Cuperlo dice che:
Questa è una discussione che in parte non capisco e in buona misura non condivido. Ciascuna delle due candidature ha tra i suoi sostenitori esponenti che hanno ricoperto negli anni passati responsabilità di primo piano nel partito o nel governo. Sono stati compiuti degli errori ma sono state anche fatte cose importanti nell’interesse del paese. Sono risultati che io penso sia giusto rivendicare nella chiarezza dei ruoli e delle funzioni. Da parte mia sono stato spesso minoranza, anche in una stagione in cui non era semplice esercitare quel ruolo, ma non credo che la logica della rottamazione, di un cambiamento evocato in termini generici, possa aiutarci a sciogliere i nodi che solamente una riflessione seria e profonda saranno in grado di affrontare. Questo intendo quando parlo di un pensiero politico e non solo di una successione di slogan o di un elenco di riforme da fare.