Non sono poi molte le differenze che intercorrono tra i due candidati alla Segreteria del Pd: Elly Schlein, deputata, Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia-Romagna. Nel confronto che hanno avuto qualche sera fa si sono promessi che chiunque dovesse spuntarla lavorerà, all’indomani delle primarie del 26 febbraio, a disposizione dell’altra per il bene del Pd. Proprio Schlein, sollecitata dai cronisti, ci ha scherzato ai microfoni di Radio Radio1: “Se andiamo più d’accordo io e Bonaccini o Fedez e sua moglie? In questo momento secondo me io e Bonaccini, ho questa impressione. Ma su Fedez e Ferragni, non ho approfondito, magari sono solo indiscrezioni della stampa”. Su una cosa sembravano parimenti convinti ab inizio: tenere fuori dal percorso congressuale i vecchi vertici di partito, specialmente i capicorrente. Ma il partito, al di là dei desiderata dei candidati, si muove di inerzia propria. Ecco perché le parti, memori di quell’idem sentire iniziale, si rinfacciano i rispettivi endorsment di peso.
Sostegno Bonaccini e Schlein: chi sostiene chi
Stefano Bonaccini rimprovera a Elly Schlein di aver fatto il pieno di “quei dirigenti che hanno governato il partito fino a questo momento portandolo a troppe sconfitte”. Un riferimento alla sinistra dem, ad esempio al leader di Areadem Dario Franceschini che si è schierato con Schlein. Più recente è l’endorsement di Nicola Zingaretti alla già Vicepresidente dell’Emilia-Romagna: “Con lei – ha detto l’ex Presidente del Lazio si può costruire il cambiamento”. Dopo alcune iniziative, è uscito allo scoperto anche l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Mi sono progressivamente convinto a dare il mio sostegno ad Elly Schlein, mi sembra la proposta più nuova, capace di innovare più delle altre che vedo in campo perché ho visto certe kermesse che assomigliano molto alle Leopolde e a una stagione che va superata, a mio parere”. Con Schlein c’è anche il responsabile Enti Locali del Pd, Francesco Boccia, della cui mozione è anche responsabile delle relazioni politiche. Gli altri membri dell’attuale segreteria dem schierati con Schlein sono il vice segretario, Peppe Provenzano, le deputate Chiara Braga e Chiara Gribaudo, Susanna Cenni, Antonio Misiani, Anna Rossomando e Stefano Vaccari.
Ma Bonaccini non è da meno e può contare, come la sua avversaria, per un parterre di nomi pesanti. Con il presidente dell’Emilia Romagna ci sono, ad esempio, i tre capigruppo di Camera, Senato e Parlamento Europeo: Debora Serracchiani, Simona Malpezzi e Brando Benifei. Anche Irene Tinagli, numero due al Nazareno, sostiene il governatore. Bonaccini attinge anche da Areadem con Piero Fassino che, a differenza di Franceschini, si è schierato con il governatore emiliano-romagnolo. Il quale può giovarsi anche del sostegno della corrente di Base Riformista, capitanata dall’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini attorno al quale si raccolgono diversi eletti in parlamento, compresi due componenti dell’attuale segreteria dem: Enrico Borghi e Sandra Zampa. Anche il senatore lettiano Marco Meloni, che della segreteria è il coordinatore, è in campo con Bonaccini, mentre il segretario in carica, Enrico Letta, non esprime preferenze, coerente con il suo ruolo di garante del congresso. Ma il grosso dei sostenitori di Bonaccini sta nei sindaci e negli amministratori dem: il Sindaco di Firenze Dario Nardella e quello di Pesaro Matteo Ricci su tutti. Poi ci sono i colleghi i governatori di Campania e Puglia, Vincenzo de Luca e Michele Emiliano. A questi si è aggiunta, ieri, la quarta classificata nei congressi dei circoli, Paola De Micheli, che ha annunciato il suo gradimento per Bonaccini. Chi non sosterrà nessun candidato è Gianni Cuperlo, già presidente del partito arrivato terzo con circa l’otto per cento dei voti nei circoli che gli vale 16 eletti in assemblea. Un risultato a cui dovrebbe rinunciare se scegliesse ora il candidato su cui puntare. Cuperlo ha dato, quindi, libertà di coscienza ai suoi sostenitori.