Sangiuliano nomina Mogol come consigliere per la cultura popolare. Non è la prima volta che l’attuale Ministro della Cultura inserisce personaggi legati al mondo della musica e dell’arte in generale all’interno del suo staff. L’incarico è a titolo gratuito e non prevede compensi di alcuna natura. “È un onore avere in squadra un personaggio del valore e del rilievo artistico di Giulio Mogol. Sono sicuro che ci darà un contributo importante in termini di idee e progetti”, ha dichiarato il ministro Sangiuliano.
Le nomine del Ministro della Cultura
In ordine temporale arrivò la nomina di Vittorio Sgarbi come sottosegretario. Il critico era stato molto vicino alla poltrona da ministro salvo poi la virata verso l’ex direttore del Tg2 da parte di Giorgia Meloni. Le priorità di Sgarbi furono chiare fin dal suo insediamento: dividere i turisti e i cittadini nei musei e far sparire le odiate pale eoliche, che a suo dire non andrebbero messe da nessuna parte perché “sono orrori e violenza, come stuprare bambini”.
Come consigliere per la musica Gennaro Sangiuliano ha voluto fortemente la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi. Talentuosa musicista ‘social addicted’ e amante dei red carpet. Amica e grande sostenitrice di Giorgia Meloni, ha partecipato a diverse convention di Fratelli d’Italia e ha raggiunto un picco di notorietà non tanto per il suo indiscutibile talento di giovanissima direttrice d’orchestra, ma per essere stata la co-conduttrice della quarta serata del Festival di Sanremo nel 2021. In quell’occasione chiese ad Amadeus di essere chiamata “direttore”.
La nomina più sorprendente di Sangiuliano è stata quella del giovanissimo Francesco Giubilei a consigliere straordinario. Trentuno anni compiuti a gennaio, è Presidente della Fondazione Tatarella e del movimento Nazione Futura, è uno dei megafoni della destra sui social network. Ragazzo prodigio del melonismo, appena maggiorenne era già un editore che pubblicava testi di Gianni Alemanno e Paolo Becchi, in società con l’imprenditore modenese Giorgio Regnani. Meno fortunata la carriera da libraio: le due librerie “Cultora”, aperte a Milano e Roma, non sono decollate e hanno dovuto abbassare le saracinesche. Il suo approdo al ministero è stato quasi annunciato dalle numerosissime comparse in tv, un’operazione mediatica di promozione-lampo del personaggio.
La carrellata si chiude con la nomina del nuovo Presidente della Fondazione Maxxi al posto di Giovanna Melandri. Il prescelto è stato Alessandro Giuli, rappresentante della destra nei talk show, ex vicedirettore del Foglio e poi collaboratore de Linkiesta, Il Tempo e Libero, vanta anche lui una lunga amicizia con Giorgia Meloni ed è un fedelissimo di Sangiuliano. Una famiglia dedicata alla politica dato che la moglie segue la comunicazione del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, cognato della premier.
Chi è Mogol?
Mogol, pseudonimo di Giulio Rapetti Mogol, è nato a Milano il 17 agosto 1936. Paroliere e produttore discografico, è tra i più rappresentativi autori italiani di testi musicali. Mogol è conosciuto e ricordato soprattutto per il lungo e fortunato sodalizio artistico con Lucio Battisti, sebbene il suo contributo alla musica leggera italiana sia di respiro molto più ampio, fin dai primi anni sessanta.
Ha scritto, infatti, i testi di molti successi della musica italiana: hanno inciso canzoni da lui scritte o tradotte, fra gli altri, Caterina Caselli (Perdono, Cento giorni, Sono bugiarda, Il volto della vita), Adriano Celentano (Stai lontana da me), i Dik Dik (Sognando la California, Senza luce, Il primo giorno di primavera), l’Equipe 84 (Io ho in mente te, Nel ristorante di Alice, Un angelo blu), Fausto Leali (A chi), The Rokes (Che colpa abbiamo noi, È la pioggia che va), Bobby Solo (Se piangi, se ridi, Una lacrima sul viso), Little Tony (La spada nel cuore, Riderà), Mango (Oro, Come Monna Lisa, Mediterraneo), Riccardo Cocciante (Celeste nostalgia, Un nuovo amico, Se stiamo insieme) e i New Trolls (America O.K.).
Nato come Giulio Rapetti, il 30 novembre 2006 è stato autorizzato con decreto del Ministro dell’Interno ad aggiungere al proprio cognome il suo celebre pseudonimo. Nel luglio 1998 ha ricevuto, da Fernanda Pivano, il Premio Lunezia alla Carriera. Come ribadito nella sua autobiografia, non ama essere definito paroliere, bensì preferisce definirsi autore.