L’autrice più famosa nel mondo, sostiene che il suo primo marito Jorge Arantes, abbia tenuto in “ostaggio” il suo manoscritto di Harry Potter, nel tentativo di impedirle di lasciarlo. Lo ha raccontato nel primo episodio del podcast “Witch Trials of J.K. Rowling”.
Nel podcast, l’autrice si espone raccontando della sua relazione tossica, negli anni ’90, con l’ex marito, spiegando di aver vissuto una pessima esperienza comprensiva di un aborto che la lasciò “in uno stato di squilibrio mentale”.
Racconta, inoltre la difficoltà che ha avuto per uscire da quella relazione aggiungendo che solo chi ha vissuto una situazione simile, può capire come si potrebbe agire in certe circostanze.
Il racconto della Rowling
Un matrimonio durato solo 3 anni, dal 1992 al 1995, ma per la oggi 52enne autrice J.K. Rowling, furono 3 anni infernali. “L’ho lasciato due volte prima di andarmene definitivamente”, ha spiegato. Poi però ci è tornata insieme tutte e due le volte. Rowling ha raccontato che suo marito era diventato “violento e dispotico”, non le lasciava spazio nemmeno per le sue cose. “In quel periodo Arantes frugava nella mia borsa ogni volta che tornavo a casa”, ha proseguito. Spiega che, siccome il marito doveva controllare quando usciva e rientrava a casa, lei non aveva le chiavi, in quanto il marito aveva paura che lei potesse fuggire come era già successo.
“Non era stupido – ha rivelato l’autrice – credo che sapesse, o sospettasse che avrei cercato di fuggire”. La scrittrice ha descritto la sua situazione come “un orribile stato di tensione costante in cui vivere”.
“Devi recitare – ha spiegato – e io non credo di essere una brava attrice”. Eppure si è prestata alla farsa per tre anni. Spiega che lo fece sia per timore che per tutelare il suo matrimonio e la figlia che aveva in grembo. “Fingere è stato uno sforzo enorme è un modo di vivere terribile. Eppure il manoscritto di Harry Potter continuava a crescere, continuavo a scrivere”, ha detto l’autrice.
Inoltre, aggiunge, che il marito era ben consapevole di quanto fosse importante per lei il manoscritto, per questo, per non farsi lasciare, decise di sequestrarle e nasconderlo, come se fosse un ostaggio.
La Rowling, quindi, proseguì con la stesura del racconto portando al lavoro qualche pagina, per non far capire al marito che mancasse qualcosa. Fotocopiava la pagina del libro in ostaggio e la correggeva in segreto e gradualmente, per paura che se non fosse riuscita a scappare con tutto il materiale, il marito l’avrebbe bruciato o tenuto ancora in ostaggio. Continuò così, fino a quando decise di lasciare l’ex marito per sempre.
Un lieto fine
Il libro Harry Potter e la pietra filosofale, significava moltissimo per lei, ma la sua priorità rimaneva la figlia ad oggi 29enne. La relazione con il marito, finì esattamente due anni prima dell’uscita del primo romanzo della serie il cui successo rende la Rowling un’autrice di fama mondiale.
Il racconto di J.K. Rowling riguardo la sua, ormai finita, relazione tossica arriva a due anni dai suoi post su Twitter ritenuti, da molti utenti, sostenitori di sentimenti anti-transgender. L’autrice ha smentito più volte di avere idee anti-transgender, ribadendo le sue posizioni controverse in un saggio condiviso sul suo sito web. Gli attori del cast di Harry Potter, subito dopo i Tweet dell’autrice, hanno preso le distanze da quelle affermazioni riguardanti la comunità transgender. In particolare modo Daniel Radcliffe, protagonista dei film, il quale aveva affermato che “le donne transgender sono donne”, distaccandosi dalle dichiarazioni di Rowling. Ancora, Radcliff ha detto che “qualsiasi affermazione contraria cancella l’identità e la dignità delle persone transgender e va contro tutti i consigli forniti dalle associazioni sanitarie professionali”.
Giulia Sacchi