Riforma pensioni 2024 ultima ora. Il governo sta lavorando alla riforma delle pensioni che dal prossimo anno dovrebbe prevedere una soluzione strutturale, diversa dalle “toppe” alla Legge Fornero che sono state messe negli ultimi anni.

Riforma pensioni 2024 ultima ora

L’Esecutivo deve però superare i primi ostacoli che si è trovato davanti.

Il primo incontro del tavolo tecnico con i sindacati per la riforma delle pensioni si è tenuto il 19 gennaio scorso.

La ministra Calderone ha anticipato la volontà di ripristinare permanentemente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale per meglio monitorare i fattori che influenzano l’andamento del settore, consentendo così una revisione sostenibile del complesso sistema pensionistico vigente.

Si intende migliorare la normativa vigente  in particolare, riguardo  la flessibilità in uscita  riguardo:

  • le categorie più interessate da lavori usuranti;
  • le pensioni sperimentali come la cd. Opzione Donna ( che potrebbe vedere ulteriori modifiche rispetto al 2023).
  • i meccanismi di staffetta generazionale  per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro senza disperdere il patrimonio di competenze. dei più anziani.

Il secondo tavolo tecnico si è tenuto il 13 febbraio ed è stato definito “interlocutorio” dal governo e “deludente” dalla Cgil.

“Un confronto deludente: non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari a margine dell’incontro.

“Per prima cosa abbiamo chiesto – ha spiegato Christian Ferrari, segretario confederale Cgil – un riscontro in merito al ripristino dei requisiti di Opzione donna in vigore fino allo scorso dicembre. Su questo punto, nell’ultimo incontro di gennaio, la Ministra del Lavoro si era impegnata a portare una proposta di provvedimento in quella stessa giornata in Consiglio dei Ministri. Non è successo nulla e oggi c’è stata la semplice riproposizione di una generica volontà di affrontare la questione.


Per Ferrari Opzione donna è una misura parziale e particolarmente penalizzante, ma un intervento correttivo, oltre a dare una risposta alle oltre 20mila lavoratrici che mediamente ne fanno richiesta, avrebbe rappresentato un primo, timido passo per dare credibilità al confronto complessivo sulla previdenza. Se neppure su questo punto ci sono progressi, c’è davvero da dubitare sulla reale intenzione dell’Esecutivo di puntare a obiettivi di riforma più ambiziosi e sostanziali per tutte le lavoratrici come quelli proposti unitariamente da Cgil, Cisl, Uil”.  

Quota 41

Secondo il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, intervistato dal Messaggero, la scelta dell’esecutivo “è chiara”: il futuro è verso l’azzeramento dei limiti di età e l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi. Insomma, la Quota 41 tanto cara alla Lega diventerà strutturale, senza vincolarla a un limite di età, come accaduto invece in questa Manovra.

Quando si parla di Quota 41 però, il ragionamento non può mai prescindere dai costi elevati della misura in questione. Secondo le prime simulazioni fatte nel novembre scorso, se venisse adottata a partire dal 2024 costerebbe da sola nel primo biennio circa 3 miliardi di euro.

Secondo i calcoli dell’Inps, nel breve-medio periodo il costo di Quota 41 varierebbe da poco meno di 5 miliardi nel primo anno a oltre 9 nel decimo anno di entrata in vigore. Nel corso di un decennio, la spesa superiore rispetto al sistema attuale sarebbe di circa 75 miliardi, più di quanto l’Unione europea ha concesso all’Italia come contributi a fondo perduto all’interno delle risorse per il Pnrr.