Quando è possibile ritirarsi dal lavoro 7 anni prima? Chi può andare in pensione anticipata 5 mesi prima? Quali sono i lavori che offrono dei vantaggi previdenziali? Quali sono le misure permettono di anticipare l’uscita di 4 anni o senza il vincolo anagrafico?
Molti lavoratori non sanno di poter sfruttare dei vantaggi legati alla categoria lavorativa che permettono di accedere alla pensione anticipata agganciata a un’uscita da 5 mesi a 7 anni, prima del trattamento ordinario.
Da premettere, che la pensione di vecchiaia viene rilasciata ai lavoratori che maturano 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Le aziende con un numero di 50 lavoratori o 15 dipendenti possono rilasciare un vantaggio previdenziale per i lavoratori inseriti da più tempo. La spinta verso l’uscita anticipata dal lavoro viene fornita ai lavoratori gravosi e usuranti.
Tuttavia, non sempre si fruttano i vantaggi legati alle attività lavorative. D’altra parte, si comprende che un conto è ricevere 5 mesi di anticipo, mentre un’altra cosa è un anticipo pensionistico di sette anni.
Osserviamo ora, nel dettaglio, quali vantaggi pensionistici sono riservati ad alcuni lavoratori.
Pensione anticipata, questi fortunati si ritirano dal lavoro da 5 mesi a 7 anni prima della pensione di vecchiaia
È finita l’era della scelta pensionistica, oggi i lavoratori giocano su un campo zeppo di buche e per lo più in riserva, tanto è diventato difficile il futuro pensionistico che è impensabile ritirarsi dal lavoro a un’età adeguata e con un assegno equo.
Eppure basterebbe un piccolo passo indietro per assicurare quel percorso di “scelta” votato alla strada lavorativa o alla pensione. Le strategie sul fronte pensione portano all’inasprimento dei requisiti, senza tener conto dell’indice della prestazione fisica e mentale dei lavoratori.
In sostanza, i vantaggi nel campo lavorativo vanno a colmare la carenza previdenziale. Si tratta, della possibilità fornita dalle imprese che permettono ad alcuni dipendenti di anticipare l’uscita da 5 mesi a 7 anni.
Per i lavoratori usuranti che rientrano nell’elenco disposto dal dlgs n. 67/2011, oppure, per i lavoratori gravosi che rientrano nell’elenco disposto dalla legge n. 232/2016, essenzialmente non sono previsti scatti di anzianità dettati dall’aspettativa di vita o almeno possono stare tranquilli fino al 2026.
In questo contesto, appare chiaro che questi lavoratori possono avvalersi della pensione di vecchiaia avendo maturato 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di versamenti contributivi. Tuttavia, parliamo di una casistica riservata a una specifica categoria di lavoratori.
In altre parole, la norma ordinaria porta alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 anni di versamenti contributivi.
In pensione a 63 anni o con 41 anni di contributi senza età
I lavoratori gravosi possono scegliere se richiedere l’anticipo pensionistico a 63 anni di età o avvalersi della Quota 41 senza età.
Per la misura Quota 41 precoci, occorrono almeno 35 anni di contributi effettivi, un anno maturato prima dei 19 anni e l’appartenenza alla categoria gravosi.
Per l’anticipo pensionistico Ape sociale, bastano meno contributi, ma è presente il vincolo anagrafico. A ogni modo, possono accedere alla misura i lavoratori gravosi che hanno maturato 63 anni di età e 36 anni di contributi.
Le nuove regole permettono ai lavoratori impiegati nel settore edile e ceramisti di ritirarsi dal lavoro per l’accesso all’Ape sociale, a 63 anni di età con 36 anni di contributi.
Con il contratto di espansione o isopensione il lavoratore anticipa l’uscita fino a 7 anni, ecco come
Il contratto di espansione viene utilizzato dalle aziende che intendono avvalersi delle potenzialità offerte dallo strumento per riorganizzare e modernizzare la struttura imprenditoriale.
Questo strumento permette di anticipare la pensione da 60 mesi a 5 anni. In sostanza, il contratto di espansione rappresenta quella spinta per la pensione di vecchiaia o anticipata. Per questo, alcuni lavoratori possono andare in pensione già a 62 anni contro i 67 anni dell’età pensionabile, con almeno 20 anni d contributi IVS INPS.
Per i lavoratori che sono pronti per la pensione anticipata sono sufficienti 37 anni e 10 mesi di versamenti contro i regolai 42 anni di contributi per gli uomini previsti per la pensione anticipata ordinaria.
Per le lavoratrici la pensione anticipata con il contratto di espansione prevede il raggiungimento di 36 anni e 10 mesi di contributi contro i 41 anni di contributi per le donne previsti per la pensione anticipata ordinaria.
L’isopensione è uno strumento che permette di anticipare l’uscita di 7 anni, fortunatamente la misura è stata prorogata in sede di conversione del Decreto Milleproroghe. Il programma di esodo resterà attivo fino al 2026.
In ogni caso, per entrambe le misure serve un accordo tra azienda, sindacati e INPS oltre alla presenza di diversi requisiti e condizioni.