Cessione crediti ed esodati del superbonus sono stati gli argomenti più dibattuti nel primo primo tavolo tecnico conclusosi nella giornata di oggi al ministero dell’Economia e delle Finanze, con qualche novità in agenda per il prossimo incontro di lunedì 20 febbraio. La priorità del Mef e delle associazioni dell’edilizia e bancarie è quella di trovare una soluzione ponte per gli incapienti del superbonus 110% e riavviare il mercato dei vecchi bonus sui quali si punta alla compensazione con i modelli F24. Il governo guidato da Giorgia Meloni preme sul sistema bancario per far ripartire il prima possibile le compravendite dei crediti d’imposta e smaltire la montagna dei bonus pregressi, ovvero quelli antecedenti alla data del 17 febbraio scorso, giorno di entrata in vigore del decreto legge che ha bloccato le cessioni. Il tavolo è stato presieduto dal viceministro Maurizio Leo ed ha visto il confronto tra il governo e le associazioni di categorie sulle possibili soluzioni per gestire “alcuni effetti legati al periodo transitorio di applicazione tra la precedente e la nuova normativa, nonché quelle relative a determinati settori come il sismabonus e l’edilizia popolare”, si legge in una nota del Mef.

Cessione crediti soluzioni F24 detrazione esodati superbonus: le novità del tavolo di oggi al Mef

Le ipotesi più accreditate per sbloccare la circolazione dei bonus edilizi e i crediti del superbonus sono quelle di una soluzione ponte per gli esodati – cioè di coloro che hanno sostenuto le spese degli interventi contando di poter ottenere lo sconto in fattura o cedere il credito generato, non avendo abbastanza capienza fiscale per la detrazione e pertanto incapienti – e la compensazione con i modelli F24, misura particolarmente raccomandata per le banche e le imprese. Erano presenti alla riunione, oltre ai rappresentanti del Mef, la Presidenza del Consiglio, Mase, Mimit, Mit, Agenzia delle entrate, Cdp, Sace e le associazioni Abi, Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza Cooperative italiane, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confcommercio, Confassociazioni e UPPI. Per la platea degli esodati, l’ipotesi è quella di aumentare il numero degli anni utili per procedere con la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. In questo modo, avendo più annualità a disposizione per le quali scaricare le quote in detrazione, si abbasserebbe l’importo di ciascuna annualità, creando i presupposti di ridurre l’asticella reddituale dei possibili beneficiari del superbonus. L’innalzamento degli anni di detrazione fiscale potrebbe passare da 5 a 10, come già avviene per alcuni bonus edilizi.

Giorgetti: ‘Bonus costo di 2 mila euro per ogni italiano, compresi i neonati’

“Con l’entrata in vigore del provvedimento, avvenuta il 17 febbraio 2023, non saranno più consentite la cessione del credito e lo scontro in fattura per i nuovi interventi mentre le due opzioni continueranno a rimanere valide per coloro che invece avranno già avviato i lavori e presentato la Cila nei termini indicati dalla normativa”, si legge nella nota del ministero dell’Economia. La questione è quella dell’applicazione dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta, tallone del superbonus e, in generale, dei bonus edilizi. Per sbloccare i crediti rimasti incagliati, “è cresciuto l’apprezzamento per la proposta Abi e Ance sull’utilizzo dell’F24”, ha dichiarato il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Gianfranco Torriero. Quella della compensazione degli F24 gestiti dalle banche per il versamento delle imposte dei propri correntisti, “è la soluzione percorribile visti gli assai ingenti acquisti di crediti già effettuati e gli impegni già assunti dalle banche”, ha aggiunto Torriero. Il decreto approvato dal governo il 16 febbraio scorso ed entrato in vigore il giorno successivo ha “il duplice obiettivo di cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici”, ha affermato il ministero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La misura introdotta nel 2020, “ha prodotto sicuramente un beneficio per alcuni cittadini, ma anche un costo di 2 mila euro per ogni italiano, compresi i neonati“, si legge ancora nella nota del del Mef. “Il governo – ha garantito ancora Giorgetti – farà tutto il possibile per le imprese edili in difficoltà. È fondamentale che si riattivi la possibilità da parte degli intermediari finanziari dell’acquisto dei crediti, cosa che era bloccata dall’incertezza normativa che con questo decreto risolviamo”.