Quando i calciatori entrano in campo in maschera. Non è un tema di carnevale, chiuso ufficialmente ieri con le ultime feste del martedì grasso, ma quello che ultimamente si sta registrando sempre più frequentemente sui campi di calcio e domani sarà il turno di Abraham. L’attaccante della Roma è stato operato alla palpebra, lesionata per uno scontro di gioco, ma si è messo comunque a disposizione di Mourinho per la partita di ritorno con il Salisburgo. Tra l’altro la maschera che indosserà l’inglese ha una particolarità, perché a differenza di molte altre usate dai suoi colleghi, ha una protezione sull’occhio operato e la domanda nasce spontanea, ma come fa a vederci? Evidentemente tutto è stato considerato nei minimi particolari dal club e dallo staff medico che ha progettato l’accessorio.
Calciatori con le maschere, i giocatori più famosi scesi in campo con una protezione sul viso pur di mettersi a disposizione
Ma partiamo dalle ‘origini’. Quando si parla di giocatori in campo con la mascherina, la memoria dei tifosi di calcio più appassionati (e anche non più giovanissimi…), pensano subito a Davids. Edgar Davids, l’olandese della Juventus (dal 1997 al 2004) a cui scoprirono un problema serio ad un occhio e per questo giocò fino a fine carriera con un paio di occhiali, tra i primi, studiati e progettati proprio per essere indossati in campo durante le partite. I suoi occhiali cominciavano ad essere di una fattura abbastanza moderna rispetto a quelle usate precedentemente e da li in poi si può dire dispositivi del genere migliorarono notevolmente rispetto ai precedenti. Fino a quel momento erano pesanti e ingombranti, non concedevano una visuale ottimale in campo e, si può dire, non erano neanche esteticamente belli da vedere. Oggi, invece, le nuove maschere protettive sono fatte in fibra di carbonio, leggerissime, piccole e fabbricate e stampate su misura per il volto del giocatore. Grazie a questi nuovi strumenti, chi si ritrova invischiato in un brutto infortunio al viso non deve per forza aspettare troppo tempo prima di poter tornare in campo, ma può rispondere subito presente all’allenatore di turno, presentarsi un po’ come un supereroe che risponde presente nonostante gli infortuni al viso. Nel corso degli anni, sono stati svariati i calciatori costretti a indossare queste maschere che ormai vengono personalizzate per l’occasione.
Calciatori con le maschere, Osimhen la indossa dal 2021
Uno dei calciatori di spicco ad essere costretto ad indossare una maschera protettiva è Victor Osimhen. L’attaccante del Napoli è stato vittima di un terribile infortunio a novembre del 2021, dopo uno scontro di gioco con l’interista Milan Skriniar nel quale si è fratturato lo zigomo. Osimen è tornato in campo indossando due modelli diversi di protezioni. Una più grande e fastidiosa prima e successivamente, quella che indossa tutt’ora che l’infortunio è superato, una più piccola e leggera in “carbonio high tech” fabbricata su misura per il suo viso. Tornando indietro nel tempo, un altro esempio di giocatore mascherato è Pazzini, che nel 2009 si ruppe il naso, dopo aver incassato un pugno da Muslera nel corso di una partita tra la Sampdoria e la Lazio. La settimana dopo la frattura, l’attaccante blucerchiato scese in campo contro il Bologna con una maschera addirittura personalizzata, con il numero “10”, il suo numero di maglia, su tutta la facciata destra, mentre sull’arco sopraccigliare era incisa la scritta “Pazzo”, soprannome dell’ex bomber. Nell’agosto del 2007, l’ex difensore della Lazio Emilson Cribari in una gara contro la Dinamo Bucarest si fratturò mascella, zigomo e pavimento orbitale. Tornò in campo solo 12 giorni dopo l’operazione sembrava impossibile, su sua espressa richiesta. Cribari giocò con tanto di mascherina in vetroresina che venne in seguito personalizzata con un’aquila stilizzata dipinta in onore della squadra laziale. Toccò anche a Paolo Maldini scendere in campo con una maschera che era completamente diversa dalle attuali, più grande ingombrante. A quel tempo erano trasparenti, sembravano quasi di plastica e capitava spesso che i giocatori se la scansassero perché impedivano una visuale del campo e del gioco ottimale. Nel 2016, Harry Kane si fratturò il naso contro il Crystal Palace riuscendo così a entrare nel club dei “goleador in maschera”. L’attaccante del Tottenham indossò un dispositivo pulito e poco invasivo, color carne. La particolarità, però, riguardava il laccio che reggeva la mascherina al volto dell’Uragano: un elastico di plastica trasparente che somigliava molto a quelle delle maschere da sub. Il dispositivo, inoltre, era decorato con il numero 10. Nella lista dei giocatori mascherati troviamo anche Amauri, De Rossi, Lewandoswski (che aveva una maschera che ricordava quella di Pulcinella come forma). Poi ancora Depay e Mandzukic. Fino ad arrivare a Edin Dzeko quando ancora indossava la maglia della Roma e in più recente Zaniolo. Senza dimenticare Leonardo Bonucci che, dopo una frattura al naso, è sceso in campo con la maglia della nazionale nel 2017 per il secondo tempo dello spareggio mondiale a San Siro con la Svezia. E’ rimasto un simbolo il suo gesto fatto sullo 0-0, che eliminerà gli azzurri da Russia 2018, che getta via la maschera dopo un attacco degli ospiti per la disperazione. Insomma Abraham può sentirsi in ottima compagnia, in attesa di capire se anche Pedro, operato al setto nasale, dall’altra parte del Tevere si aggiungerà alla lista dei mascherati.