Terremoto Turchia ultima ora, dati e aggiornamenti sul terrore che continua a non dare tregua alla terra che trema ancora una volta. Il nuovo terremoto in Turchia provoca morti e centinaia di feriti. In Siria si teme il peggio e torna la paura per gli abitanti che ancora devono fare i conti col disastro che ha reso la loro vita un vero e proprio incubo a causa delle scosse. Sale il numero delle vittime e aumentano le ricerche per salvare chi è rimasto intrappolato sotto le macerie.
Terremoto Turchia ultima ora: il bilancio tra morti e feriti
Il bilancio delle ultime due scosse di terremoto tra la Turchia e la Siria è quanto mai drammatico: sono 6 le persone, fino ad ora che hanno perso la vita, e sale a 294 il numero dei feriti complessivo. In particolare, dei feriti già contati, sono diciotto a trovarsi in condizioni critiche, come ha comunicato il ministro della Sanità turco Fahrettin Koca.
Un trauma che resta vivo dall’inizio del mese e che diventa un vero e proprio incubo al primo tremore del terreno. Una situazione disperata, cui prestano ormai attenzione le istituzioni da ogni parte del mondo.
Le due scosse che hanno travolto la provincia di Hatay (che si trova proprio al confine con la Siria, nel sud est anatolico) avevano magnitudo 6,4 e 5,8 e nuovamente hanno portato disordine e morte in una zona già colpita dal terremoto del 6 febbraio, che aveva portato alla morte 46 mila persone -bilancio che, tuttavia, non è ancora definitivo- e la distruzione o, comunque, il danneggiamento di centomila edifici. Diversi feriti si trovano anche in Siria, ad Aleppo e Idlib.
Subito sono scattate le evacuazioni in tutta la provincia e sono stati evacuati anche gli ospedali, mentre l’allerta tsunami diramata dopo pochi minuti dalle scosse è poi rientrata.
Terremoto in Turchia: l’epicentro
L’epicentro con la scossa più forte, secondo la scala Richter, quello da 6,4 di magnitudo, è stato localizzato tra la città di Samandag, località sul mare, e Defne, città poco lontana che si trova più nell’entroterra del luogo. Entrambe i luoghi sono poco distanti dal confine con la Siria, che ha anche subito l’effetto delle scosse. Ma il terremoto è stato sentito anche in altre aree circostanti alla Turchia, oltre alla Siria, come Cipro, Libano, Iraq, Palestina, Israele e anche l’Egitto.
Le scosse sono state registrate in Italia alle ore 18:00, ma, secondo l’orologio locale, si sarebbe verificate verso le otto di sera: entrambe le scosse, sebbene siano indipendenti, sarebbero comunque legate al terremoto che ha già scosso la Turchia il sei febbraio, secondo quello che afferma l’esperto Bulent Ozmen, che è stato intervistato dalla tv di Stato TRT.
Il piano di ricostruzione e i continui sostegni dopo il sisma
Poco dopo la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è verificato il terremoto. Nel pomeriggio il presidente aveva lasciato un annuncio importante riguardo l’intenzione di ricostruire da capo tutte le città colpite dal sisma.
Aveva dichiarato infatti a riguardo:
“Vogliamo spostare il centro delle città che si trovano in pianura verso le zone di montagna.” In tal senso la finalità era quella di evitare in tutti i modi rischi legati a disastri naturali come quello da poco successo.
Per la ricostruzione delle nuove città, inoltre, è stato preventivato un programma che non prevede edifici che superino i quattro piani di altezza, proprio per evitare possibilità di danni troppo critici per la Turchia e l’incolumità degli stessi abitanti.
Il presidente turco aveva incontrato il Segretario di Stato americano Antony Blinken, pronto a sostenere Ankara dopo la tragedia del sisma.
Erdogan ha annunciato “il numero delle persone salvate dopo essere rimaste sepolte sotto le macerie è arrivato a 114.834”. L’assistenza invece, è stata fornita ad oltre 1 milione e 600 mila persone che sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni dopo il terremoto.