Ad Asolo, in provincia di Treviso un insegnante aggredisce un alunno in una scuola media sotto gli occhi impauriti dei compagni.

L’episodio, riportato da “Il Gazzettino”, ha sconvolto l’intero istituto e i genitori degli alunni che frequentano la scuola.

Ecco cosa è successo.

Insegnante aggredisce un alunno di 11 anni a Treviso: studenti sotto choc

Stando a quanto riportato nelle ultime ore, un insegnante ha perso il controllo e ha aggredito un alunno in classe. È accaduto in una prima media del distretto di Asolo, in provincia di Treviso.

I compagni dell’alunno 11enne sono rimasti scioccati e impauriti in seguito all’inaspettata reazione dell’insegnante e una volta tornati a casa hanno raccontato quanto accaduto a scuola ai loro genitori.

Secondo le segnalazioni, un prof di musica e insegnante di sostegno stava tenendo una lezione alla classe quando improvvisamente qualcosa ha fatto scattare la sua ira.

A quel punto, l’insegnante, preso dalla rabbia ha strattonato l’alunno di 11 anni e lo ha scaraventato violentemente tra il banco e il muro.

Per fortuna, lo studente non ha riportato ferite gravi. Secondo quanto è emerso, pare che il professore in questione non abbia precedenti in tal senso, tuttavia, dopo questa aggressione i genitori degli alunni che frequentano l’istituto hanno espresso una certa preoccupazione.

L’insegnante di musica, responsabile di questo grave episodio, è stato richiamato formalmente dal preside della scuola e l’accaduto è stato segnalato all’ufficio per i procedimenti disciplinari dell’ex provveditorato.

Al professore è stato richiesto di produrre una relazione in cui viene riportata nel dettaglio la sua versione dei fatti e successivamente potrebbe scattare una sanzione.

La famiglia dell’11enne, vittima dell’aggressione dell’insegnante e seguito dal servizio “Età evolutiva” dell’Usl della Marca, ha chiesto aiuto ai servizi sociali del Comune ma per il momento non ha ancora sporto denuncia.

Le dichiarazioni del Sindaco di Asolo

La notizia della violenta reazione d’ira del professore di musica si è diffusa in poco tempo in tutto il Paese e sulla questione è intervenuto anche il Sindaco del comune di Asolo, Mauro Migliorini spiegando di essersi già rivolto all’ufficio scolastico di Treviso chiedendo di fatto la sospensione dell’insegnante.

Ecco le parole del primo cittadino, riportate da “Il Gazzettino”:

Se un ragazzo si fosse comportato in questo modo sarebbe stato subito sospeso. Come vengono punti i ragazzi, in caso di simili gesti di violenza, assolutamente inappropriati, devono essere puniti anche gli adulti. Se non si dà il buon esempio, è inutile poi parlare di progetti”.

Non è chiaro cosa abbia provocato la furia del professore, docente di musica e insegnante di sostegno, ma ciò che è certo è che la questione verrà affrontata in diverse sedi.

Dopo un primo confronto con i genitori, infatti, si discuterà di tale episodio anche durante un consiglio di classe straordinario che si terrà nei prossimi giorni.

Il Sindaco Migliorini ha parlato del malcontento sorto tra i genitori degli alunni dell’istituto scolastico coinvolto, dicendo:

L’ambiente non è favorevole ad accogliere nuovamente l’insegnante. Le famiglie ci hanno riferito che i ragazzi sono tornati a casa impauriti. I genitori sono sconvolti. E lo possiamo capire: quando i figli sono a scuola si è convinti che siano in un luogo sicuro. Se invece poi ti riferiscono cose del genere, cadono tutte le certezze, da parte nostra, siamo a disposizione. Si sta valutando anche la possibilità di prevedere un supporto psicologico per gli alunni che hanno visto il gesto di violenza in classe”.

Nella giornata di ieri, 21 febbraio 2023, inoltre, è intervenuto anche lo Snals di Treviso, il sindacato autonomo lavoratori scuola che ha delineato un quadro generale sulle condizioni di lavoro degli insegnanti di sostegno.

In proposito, il segretario provinciale Salvatore Auci ha sottolineato:

Gesti di violenza non sono giustificabili ma la situazione del sostegno rischia di scoppiare tra le mani, tra stress e frustrazioni. Manca personale specializzato, così come mancano attrezzature e spazi adeguati. I ragazzi con disabilità meritano ben altro rispetto all’organizzazione attuale”.