Un devastante incendio è divampato questa mattina a Watamu, nota località turistica del Kenya particolarmente frequentata da cittadini italiani.

Le fiamme sono partite da un ristorante situato nel centro del piccolo villaggio balneare, tuttavia il rogo si è presto allargato a causa del forte vento e ha incenerito il Barracuda Resort, un complesso di hotel rinomato da chi frequenta abitualmente la località kenyota.

Il panico ha mandato in fuga la stragrande maggioranza dei turisti, al momento non si segnalano vittime ma la situazione rischia di peggiorare proprio a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli.

Incendio a Watamu, zona del Kenya tra turismo e guerra

La notizia viene battuta dal portale Malindikenya.net, il principale organo d’informazione della regione costiera del Kenya e gestita da un gruppo di immigrati italiani.

La Farnesina si è immediatamente attivata contattando prima l’Ambasciata della capitale Nairobi e successivamente il consolato del Malindi, la regione in cui si trova il villaggio di Watamu. Al momento la macchina dei soccorsi e dell’organizzazione sta provvedendo all’evacuazione degli ospiti del Barracuda Resort e delle altre strutture danneggiate dal fuoco, e successivamente si sta mettendo in pratico un piano di ricollocamento per i turisti che intendono continuare il soggiorno. Si temono episodi di sciacallaggio.

Si tratta del secondo caso di cronaca in un mese che riguarda il villaggio di Watamu. A gennaio, infatti, un’imbarcazione che trasportava dei turisti in giro per le acque cristalline dell’Oceano Indiano si è ribaltata a pochi chilometri dalla costa. A bordo c’erano anche dei turisti italiani, tutti successivamente tratti in salvo, purtroppo si sono registrate due vittime decedute per annegamento rispetto ai 40 ospiti totali.

La Regione di Malindi è nota non solo per le sue peculiarità naturalistiche piuttosto attrattive, ma anche per essere un’area dove il turismo si scontra con la dura realtà della guerra civile. Risale a pochi mesi il blitz di un commando di milizie antigovernative che avevano sequestrato alcune camionette con a bordo dei turisti, tra cui una ragazza italiana poi liberata.