Luca Attanasio come è morto e chi era? Nella giornata di oggi, 22 febbraio, si celebrano i 2 anni dalla scomparsa dell’ambasciatore italiano barbaramente assassinato durante una missione umanitaria in Congo. La sua morte ha sconvolto l’Italia provocando grande commozione nei cittadini e nelle istituzioni, il suo ricordo è ancora oggi fortissimo. Ma come è morto effettivamente il diplomatico? Andiamo a ricostruire la vicenda ricordando anche il suo grande impegno umanitario a favore dei popoli più bisognosi.

Luca Attanasio come è morto e chi era? La ricostruzione dell’omicidio

Era il 22 febbraio del 2021 quando nella Repubblica Democratica del Congo l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci che lo scortava furono uccisi in un agguato. Il diplomatico, che soltanto un anno prima aveva ricecuto il prestigioso Premio Internazionale Nassiriya per la Pace 2020 “per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli” si trovava alla guida della missione del World Food Programme. Le indagini della Procura di Roma, che si sono chiuse lo scorso anno, hanno ricostruito che il commando aveva fermato Attanasio chiedendo 50 mila euro, cifra che però il diplomatico non aveva con sé. La rapina si trasformò in un tentato sequestro al fine di chiedere un riscatto, ma la situazione degenerò e per il 43enne non c’è stato nulla da fare. Oltre ad Attannasio e al carabinieri è morto anche il loro autista Mustafà Milambo a Goma. Il diplomatico aveva prestato servizio precedentemente in Svizzera, Marocco e Nigeria.

Ci sono altre ipotesi oltre al sequestro

Un’inchiesta pubblicata da L’Espresso e riportata anche nel libro ““Le verità nascoste del delitto Attanasio”  spiega come, grazie a delle testimonianze, Luca Attanasio sia stato ucciso in modo premeditato: Io e i miei familiari siamo in pericolo. Se chi vuole far calare il silenzio sul caso Attanasio mettesse insieme gli elementi che riconducono a me e avesse conferma che sono stato sentito dagli inquirenti italiani, sarei un uomo morto”, sono le parole di un super testimone che fa parte dell’esercito congolese. Secondo il testimone i criminali comuni sotto processo alla corte militare di Kinshasa è una messinscena: “Chi ha agito proveniva dal Ruanda, supportato da un colonnello delle forze armate della Repubblica democratica del Congo. Quelli che hanno operato a Kikumba appartenevano a un gruppo strutturato, con un obiettivo politico. Ma le indagini delle autorità in Congo su questa pista sono state sospese e il fascicolo chiuso. Spetta all’Italia fare chiarezza“, ha concluso il militare. A due anni di distanza l’unica certezza è la morte di Luca Attanasio, ricordato con commozione da istituzioni e persone comuni.