Aggressione studenti Firenze lettera. A seguito della violenta aggressione avvenuta lo scorso 18 febbraio fuori il liceo classico Michelangiolo a Firenze, la Procura ha deciso di aprire un’indagine per violenza privata aggravata. A segnalare il caso alla magistratura è stata la Digos. Due studenti erano stati colpiti a calci e pugni da sei giovani di Azione Studentesca che stavano distribuendo volantini di fronte alla scuola. Da lì sarebbe nata una discussione molto accesa con due liceali aderenti al collettivo Sum. Gli inquirenti hanno poi raccolto immagini e video che mostrano le fasi dell’aggressione. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha condannato il silenzio del Governo e della Premier Giorgia Meloni: “Vista la dimensione della vicenda mi sarei aspettato un intervento netto e tempestivo di Giorgia Meloni, avrebbe aiutato tutti a mantenere un clima di rispetto e ad abbassare i toni. Io credo che sia un errore minimizzare: è interesse prima di tutto del mondo politico di destra chiarire in modo inequivocabile un punto di fondo, la violenza nella politica non è mai ammessa”. Il comitato dei genitori degli studenti hanno ringraziato la docente intervenuta per separare i ragazzi impegnati nello scontro. Nel frattempo ieri sera, 21 febbraio, si è tenuta una manifestazione, a Firenze, a cui hanno partecipato migliaia di studenti per condannare l’aggressione.

Aggressione studenti Firenze lettera, “il fascismo non è nato sul marciapiede”

La dirigente scolastica del Liceo Scientifico da Vinci di Firenze aveva preso posizione in merito all’aggressione squadrista. In queste ore è stata trasmessa una lettera che lei stessa ha indirizzato al personale scolastico, agli studenti picchiati e alle loro famiglie: “In merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi due cose: chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri va lasciato da solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni e fa ma non è andata così”. La preside ha poi sottolineato come queste aggressioni siano il preludio ai totalitarismi. In particolare, la dirigente scolastica ha fatto riferimento al periodo fascista: “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. Odio gli indifferenti – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”. Poi ha concluso: “Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza”.

L’aggressione al Liceo Pascoli

Prima dell’aggressione al Liceo Michelangiolo si era verificato un altro episodio. Anche in questo protagonisti sono stati i ragazzi esponenti di Azione Studentesca che stavano distribuendo volantini davanti al liceo Pascoli a Firenze. Alcuni ragazzi, stando ad una ricostruzione, si sarebbero avvicinati agli studenti per riferire loro qualcosa ed è stato in quel momento che un gruppo reso irriconoscibile da cappucci calati sulla fronte, è apparso all’improvviso e si è tolto le cinture dai pantaloni iniziando a brandirle mentre i ragazzi scappavano nell’androne della scuola. La Digos sta indagando anche su questo caso.