Il macellaio Domenico Montanari venne trovato morto nel suo negozio di Faenza, in provincia di Ravenna, il 26 luglio del 2019.
In un primo momento, tutto fece pensare ad un suicidio ma ora, le indagini hanno preso un’altra direzione.
Dalle recenti verifiche effettuate della polizia è emerso un sospetto giro di usura del quale farebbero parte due persone che potrebbero essere implicate nella misteriosa morte del macellaio e che sono ora indagate per omicidio.
Macellaio trovato morto a Faenza, chi sono i due indagati per omicidio?
Per la polizia, la morte di Domenico Montanari ritrovato senza vita nella sua macelleria di Faenza nel 2019, non fu un suicidio.
Sono due le persone sospettate di omicidio. Si tratta di un ex vigile urbano di 53 anni e di un uomo albanese di 40 anni, domiciliato in zona.
Entrambi sono indagati per omicidio volontario in concorso per la morte del titolare della macelleria.
Il 26 luglio del 2019, Domenico Montanari venne trovato impiccato nel suo negozio.
In un primo momento, dopo il ritrovamento del cadavere, le indagini si erano concentrate sull’ipotesi di suicidio, mentre, l’ex vigile era stato accusato di istigazione al suicidio.
Ora, invece, l’accusa è quella di omicidio. I due indagati per omicidio volontario in concorso sono difesi dagli avvocati Gabriele Bordoni e Luca Donelli.
Le indagini della polizia
Come riportato dai due quotidiani locali, dopo una prima accusa per istigazione al suicidio per l’ex vigile urbano, dalle indagini è emerso che la morte del macellaio sia stata, invece, la conseguenza di un altro reato, quello di usura.
Tale ipotesi, al vaglio degli inquirenti, è stata formulata sulla base del ritrovamento di alcuni bigliettini lasciati dal defunto.
La Procura aveva ipotizzato che il sospettato 53enne si facesse cambiare dal titolare della macelleria, sia i propri assegni che quelli compilati da altre persone tra suoi debitori.
Dopo aver effettuato delle verifiche più approfondite, la polizia ha scoperto che la mattina del decesso di Montanari, l’ex vigile urbano si era recato proprio nel suo negozio di macelleria.
Il motivo di tale visita era una proposta d’acquisto della casa da parte di una terza persona.
A dare una svolta alle indagini sono stati alcuni accertamenti sul cellulare del 53enne.
L’avviso di garanzia per omicidio è partito lunedì 20 febbraio 2023, solo dopo aver effettuato le dovute verifiche tecniche sugli apparecchi elettronici dei due indagati.
In particolare, alcuni degli indizi più rilevanti sono stati ritrovati su un cellulare sequestrato nel 2019 all’ex vigile e per il quale l’indagato non aveva mai fornito la password.
Le indagini della polizia coordinate dal PM Angela Scorza, sono dunque giunto alla conclusione che, l’ex vigile, oltre alla morte del macellaio come conseguenza dell’usura, è sospettato anche di aver messo in atto una maxi-truffa a due anziane gemelle, di un’altra truffa a due coniugi che volevano riscuotere il risarcimento assicurativo per un incidente stradale, di un’estorsione ad un collezionista di divise e di una ai danni di un noleggiatore di auto di lusso, per una condanna complessiva di 5 anni e 10 mesi.
Cos’è il reato di usura e qual è la pena prevista
Secondo l’articolo 644 codice penale, si configura il reato di usura quando “chiunque, fuori dei casi previsti dall’art. 643, si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altre utilità, interessi o altri vantaggi usurari”.
Tale reato, appartenente alla categoria dei delitti contro il patrimonio, viene punito con la reclusione da due a dieci anni e con una multa da 5.000 a 30.000 euro.
È sottoposto alla stessa pena, anche colui che opera in funzione di mediatore.