È giallo a Pesaro, dove un ragazzo di 27 anni è stato trovato morto in casa con segni di coltellate al torace. Stando a quanto emerso finora, ad ucciderlo potrebbe essere stato l’amico d’infanzia che il giovane aveva ospitato la sera del delitto e con cui aveva cenato; si tratterebbe di Michael Alessandrini, un 30enne pesarese di cui si erano perse le tracce, ora rintracciato dagli inquirenti in Romania. “Sto solo aspettando che mi dicano chi è stato e perché”, aveva dichiarato solo poche ore fa il fratello della vittima, sconvolto dal tragico ritrovamento.
Pierpaolo Panzieri Pesaro: trovato il sospetto killer del 27enne ucciso a coltellate
Si chiamava Pierpaolo Panzieri, il ragazzo di 27 anni trovato morto a Pesaro nella giornata di ieri, 21 febbraio, dal fratello che, su richiesta del padre, che non lo aveva visto arrivare sul luogo di lavoro, era andato a cercarlo nell’abitazione che aveva da poco preso in affitto in via Gavelli, a pochi chilometri dal Conservatorio Rossini, facendo la terribile scoperta: il corpo del giovane era riverso a terra, in una pozza di sangue, in bagno, con evidenti segni di fendenti da arma da taglio al torace. Da quanto si è appreso, sembra che il ragazzo fosse titolare di un’attività in proprio in cui lavorava insieme al padre, in ambito edilizio, e da soli quindici giorni si era trasferito nell’appartamento che si è poi trasformato nel luogo del delitto.
L’ipotesi del suicidio avanzata in un primo momento sarebbe stata esclusa. Nonostante ciò, secondo i rilievi effettuati dalla scientifica, la porta di casa non presenterebbe segni di effrazione: con tutta probabilità, quindi, Panzieri l’avrebbe aperta volontariamente, per accogliere qualcuno di cui si fidava, forse l’amico d’infanzia che aveva ospitato la sera del delitto, un 30enne di cui si erano perse le tracce e che ora gli inquirenti avrebbero rintracciato in Romania. I due, secondo le ricostruzioni, avrebbero cenato insieme: sulla tavola c’erano ancora gli avanzi del cibo che, come le altre tracce rinvenute in casa, saranno analizzati, tornando utili per il prosieguo delle indagini.
Dopo il pasto, per motivi ancora da accertare, il sospettato avrebbe colto di sorpresa l’amico, che, secondo il medico legale, avrebbe provato a difendersi dalle coltellate, 13 secondo i rilievi, ma invano: un colpo ricevuto tra collo e spalle, in particolare, gli sarebbe risultato fatale. Poi, il sospetto si sarebbe dato alla fuga a bordo di una vecchia Renault Clio del padre, con in tasca poche centinaia di euro sottratte alla nonna; dopo aver passato il confine a Trieste, si sarebbe recato nell’Est Europa. Avrebbe portato con sé il telefono della vittima e, forse, anche l’arma del delitto. Resta un mistero il movente. Incensurato, Panzieri era, a detta dei suoi amici, una persona tranquilla, con una vita apparentemente normale. “Mio fratello era benvoluto da tutti, non so perché sia stato ucciso in modo così atroce. Non ne posso più, sto solo aspettando che mi dicano chi è stato e perché. Perché ce lo abbia portato via così”, aveva dichiarato il fratello, sconvolto dal ritrovamento.
Prima di raggiungerlo nella sua abitazione, avrebbe provato a chiamarlo diverse volte: all’ennesima telefonata a vuoto, si sarebbe recato a casa sua, e, in mancanza di un mazzo di chiavi di riserva, avrebbe sfondato la porta dell’appartamento, imbattendosi nella scia di sangue lasciata dal killer. “Siamo stati in Questura – ha raccontato al Resto del Carlino -, abbiamo detto tutto quello che potevamo sapere. Poi siamo ritornati a casa. E qui aspettiamo di avere risposte”. La squadra mobile che conduce le indagini – coordinata dal procuratore di Pesaro, Silvia Cecchi -, è da ore al lavoro per cercare di fare luce sull’accaduto.