Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina, dove si è giunti al giorno 363 del conflitto. Dmitry Medvedev, vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, torna a parlare di armi nucleari. Citato da Ria Novosti, l’ex presidente russo sottolinea sul suo canale Telegram come il Paese sarà fatto “a pezzi” qualora dovesse “interrompere l’operazione speciale senza vincere”. Da qui un accenno al diritto, da parte di Mosca, di difendersi con qualsiasi mezzo, compreso quello più spaventoso.

Se gli Stati Uniti vogliono la sconfitta della Russia, allora abbiamo il diritto di difenderci con qualsiasi arma, compreso il nucleare: è ovvio a tutte le forze ragionevoli che se gli Stati Uniti vogliono la sconfitta della Russia, allora siamo sull’orlo di un conflitto globale. Se gli Stati Uniti smettono di fornire armi al regime di Kiev, la guerra finirà.

Le parole di Medvedev arrivano proprio all’indomani del discorso con cui Vladimir Putin ha annunciato la sospensione del trattato per la limitazione delle testate nucleari. Una sospensione, secondo Medvedev, “dettata dalla guerra dichiarata dagli Stati Uniti e da altri paesi della NATO al nostro Paese”.

A questo punto, l’intenzione di Putin potrebbe essere quella di estendere ulteriormente l’arsenale a sua disposizione. Sulle armi nucleari il presidente russo aveva assicurato che “non le useremo mai per primi“, ma se lo faranno gli Stati Uniti “dobbiamo essere pronti”.

Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta.

Guerra in Ucraina, esplosioni nella notte a Mariupol. Allerta aerea su tutto il Paese

Fino a undici esplosioni sono state avvertite durante la notte a Mariupol, in Ucraina: secondo le autorità locali, le esplosioni avrebbero avuto inizio intorno alle 22.30 di ieri sera, martedì 22 febbraio, ora locale, momento in cui sono state segnalate. Secondo le prime ricostruzioni sarebbero stati colpiti i distretti di Zhovtnevyi e Kalmiuskyi, con il Kyiv Independent che riporta verifiche in corso sull’accaduto.

Il decollo dalla Bielorussia di un velivolo di tracciamento radar a lungo raggio e di un caccia MiG-31K ha fatto scattare un’allerta aerea su tutto il Paese. Lo hanno stabilito le autorità ucraine, che secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda sospettano che il velivolo possa trasportare missili ipersonici Kinzhal. Un attacco aereo è stato respinto a Sumy, dove il sistema ucraino di difesa antiaerea è entrato in azione stanotte.

Secondo quanto riportato dall’amministrazione militare regionale di Sumy su Telegram, “l’attacco è stato respinto e l’obiettivo è stato colpito”. Una forte esplosione era stata avvertita dalla popolazione della città: solo nelle ultime 24 ore sono state registrate 78 esplosioni a seguito di bombardamenti nemici nella regione. Quest’ultima, tuttavia, era opera della difesa aerea ucraina. Cinque le comunità territoriali della regione che sono state bombardate dagli occupanti durante il giorno, secondo l’amministrazione militare regionale.

Torna a parlare intanto Volodymyr Zelensky, dopo la conferenza stampa di ieri pomeriggio insieme alla premier Giorgia Meloni: nel suo consueto videomessaggio serale, il presidente ucraino ha assicurato che le forze russe stiano subendo “enormi perdite” nelle regioni di Donetsk e Luhansk.

Le forze ucraine stanno mantenendo le loro posizioni nell’Est nonostante la considerevole pressione dei costanti attacchi russi.