In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ignazio La Russa si difende dalle polemiche scoppiate dopo le sue dichiarazioni nel corso della trasmissione “Belve”, andata in onda ieri sera su Rai 2 e in cui, alle domande della conduttrice, Francesca Fagnani, il presidente del Senato rispondeva che avere un figlio gay sarebbe stato per lui un “dispiacere”. Parole che, già nella giornata di ieri, in seguito alla diffusione delle anticipazioni sulla puntata, avevano scatenato la reazione di opinione pubblica e opposizione politica, che lo avevano accusato di essere “omofobo”, “sessista” e “fascio”. Ora la replica.
La Russa dichiarazioni: la replica dopo le polemiche
“Ma uno un pelo più istituzionale e meno fascio non lo avevate a disposizione?”: queste le parole che Carlo Calenda aveva rivolto ieri, riferendosi a La Russa, al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in seguito alla diffusione delle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Senato nel corso della sua partecipazione al programma “Belve”. Solo una delle critiche mosse nei suoi confronti per aver parlato di “avere un figlio gay” come di un “dispiacere”: parole inopportune, secondo alcuni, soprattutto se pronunciate dalla seconda carica dello Stato. Attacchi dai quali La Russa ha ora deciso di difendersi, direttamente dalle colonne del Corriere della Sera, a cui, nelle scorse ore, ha rilasciato un’intervista.
“Omofobo? Credevo che avrebbe colpito di più la notizia che non ho più il busto del Duce. Ma qui ogni giorno c’è una nuova”, ha esordito, tornando sulle polemiche suscitate dalle sue dichiarazioni e giustificandosi: “Avessero aspettato la messa in onda avrebbero capito il contesto in cui le mie parole sono state dette”. “Io ho solo risposto alle domande: non ho introdotto alcun tema – ha proseguito -. Si può discutere se fossero adeguate. Ma è chiaro che se vai in un programma così rispondi secondo lo spirito della trasmissione. Non puoi fare l’istituzionale. O, peggio, l’ipocrita”. Sui figli gay, ha aggiunto, “avrei dovuto dire: non ce l’ho, non lo so”.
“Dovendo ipotizzare che sentimenti avrei avuto in quella situazione ho detto che da eterosessuale avrei provato un ‘leggero dispiacere’ se non fosse stato simile a me. Come è stato per uno dei miei figli quando era del Milan e io dell’Inter. Ma certo non per questo gli avrei voluto meno bene. Avrei rispettato la sua identità”. Insomma, per La Russa sarebbe tutta una questione di “somiglianze”: “È comune per un padre volere un figlio che gli assomigli. I sentimenti non sono sindacabili. È un mio problema. Intimo. L’importante è che si sia rispettosi dell’identità altrui. E chi mi conosce sa che lo sono sempre stato”.
Sulle accuse di essere un “fascio”
Il presidente del Senato non si considera, quindi, omofobo, ma tantomeno fascio, come ha spiegato reagendo alle accuse mosse nei suoi confronti dal leader di Azione. “Credo che Calenda abbia il suo da fare a ricontare i voti – ha dichiarato -. In realtà nel mio partito sanno che sono sempre stato, sin da ragazzo, il meno nostalgico. Prima si appigliavano al busto del Duce (il riferimento è al busto di Mussolini che La Russa teneva in casa, un regalo del padre che ora avrebbe ceduto alla sorella, ndr). Adesso?”.
Infine, sull’offesa alle donne – nell’intervista della Fagnani dichiarava che il loro “livello estetico” sarebbe calato -, ha replicato: “L’unica accusa che non mi si può fare è di essere poco gentile con le donne. Lo sono sempre stato. Con tutte. Chiedete a Luxuria ad esempio […]. Io le donne nel programma le ho difese. Dire che ci sarà la parità solo quando ci saranno al vertice donne brutte, grasse e stupide così come ora ci sono uomini brutti, grassi e stupidi è attaccarle o difenderle?”.