Superbonus villette bloccato dal decreto sulla cessione crediti e dai requisiti 2023: ecco che cos’è il quoziente di reddito che già aveva ristretto la platea delle famiglie che potevano sperare di utilizzare il bonus per i lavori di ristrutturazione. Cantieri fermi, dunque, in conseguenza dell’introduzione del tetto di reddito fissato dal quoziente familiare che renderebbe indispensabile l’utilizzo di una delle due opzioni, quella della cessione dei crediti d’imposta o l’altra dello sconto in fattura. Le due opzioni sono bloccate, a loro volta, dal decreto di stop del governo del 17 febbraio scorso. Un circolo vizioso che impedisce alle famiglie di utilizzare il superbonus per rientrare delle spese sostenute sull’esecuzione dei lavori di efficientamento energetico. Per i contribuenti di medio-bassa fascia di reddito diventa impossibile utilizzare gli sconti nella sola dichiarazione dei redditi per le quote spettanti per ciascuna annualità. Chiudono ancor prima di iniziare, allora, i cantieri del nuovo superbonus 2023, quello della detrazione scesa dal 110% al 90%, per le villette, le unità abitative unifamiliari e gli immobili indipendenti costituiti da due a quattro unità appartenenti allo stesso proprietario. Ed esce, di fatto, dalle agevolazioni fiscali una parte dei lavori del superbonus che, in circa due anni, ha assicurato interventi su 320.000 immobili per investimenti complessivi di 34 miliardi di euro e detrazioni fiscali di 38 miliardi (110%).

Superbonus villette bloccato senza cessione crediti dai requisiti 2023: come funziona il quoziente reddituale?

La platea dei proprietari di villette e di unità abitative indipendenti si era già ristretta a causa dei vincoli introdotti per il 2023 per l’accesso al superbonus 90%. Oltre a essere proprietari o titolari di un diritto reale sull’immobile adibito ad abitazione principale, infatti, è richiesto un quoziente familiare di reddito non superiore a 15.000 euro. Tale quoziente, sul quale si attendono ulteriori chiarimenti dell’Agenzia delle entrate, è differente dall’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) perché non considera i patrimoni, ma solo i redditi della famiglie beneficiaria del bonus. Il calcolo avviene mediante la somma dei redditi complessivi dei componenti familiari, da dividere poi per un coefficiente. Tale parametro si ottiene assegnando al contribuente il valore 1, al coniuge (o convivente o componente unito civilmente) il valore 1 e ai componenti a carico il valore 0,5 (1 se sono due, 2 se sono almeno tre). Il tetto di reddito tipo, dunque, per rientrare nel superbonus è pari a 37.500 euro che, dividendoli per coefficienti pari a 2,5 (marito, moglie e figlio, ad esempio) portano a un quoziente familiare di 15.000 euro. L’introduzione di questo requisito ha di gran lunga ridotto la platea di chi poteva sperare di fare lavori sulle villette o unità unifamiliari con il superbonus, interventi che comportano spese nell’ordine anche di 100.000 euro. Secondo le stime Caf Acli, infatti, solo il 14,4% dei contribuenti con una villetta o un’unità indipendente rientra nei requisiti del quoziente reddituale.

Bonus su unità abitative indipendenti e immobili fino a quattro abitazioni: ecco qual è la situazione

Di questo 14,4% di famiglie che poteva sperare di fare lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico con il superbonus, tuttavia, la strada da percorrere è quella della cessione del credito d’imposta o dello sconto in fattura. Infatti, a questo livello di reddito è difficile rientrare nelle spese con la detrazione fiscale che comporterebbero scarichi per 31.307 euro all’anno di media per le abitazioni unifamiliari e di 26.641 euro per le unità funzionalmente indipendente, secondo i calcoli dell’Enea. Il blocco operato dal decreto sulla cessione dei crediti d’imposta e sullo sconto in fattura, di fatto – oltre ai requisiti aggravati del superbonus 2023 – ha tagliato fuori queste famiglie che rientravano nei parametri del quoziente familiare, in via definitiva. Senza la capacità e la capienza fiscale, le famiglie non hanno la possibilità di utilizzare gli sconti fiscali diversamente. I lavori in superbonus che si vedono attualmente su queste unità abitative sono quelli relativi a cantieri aperti a settembre dell’anno scorso che dovranno terminare entro la fine di marzo. Per il resto, i cantieri rimangono chiusi per le villette e le unità abitative indipendenti o per gli immobili da due a quattro unità appartenenti allo stesso proprietario.