Liam Neeson si unisce al coro di critiche contro i cinecomics, dichiarando di non essere un fan del genere per la scarsa originalità delle loro storie.

Liam Neeson contro i cinecomics: “Non sono per niente un loro fan”

Liam Neeson ha espresso le sue critiche contro i cinecomics. Non sarebbe una novità, dal momento che le pellicole con protagonisti i supereroi hanno attirato, negli ultimi anni, attacchi da vari esponenti di Hollywood, per i motivi più disparati: dalla querelle con Martin Scorsese agli appunti recenti di James Cameron e Quentin Tarantino (cui ha risposto Robert Downey Jr.). Tuttavia, quando a parlare in questi termini è un attore che ha preso parte a pellicole appartenenti proprio al genere sotto accusa, è decisamente il caso di stare a sentire cosa ha da dire.
Liam Neeson ha preso parte, infatti, al film Darkman, con il quale Sam Raimi inventò, nel 1990, un supereroe influenzato dalla passione del regista per gli horror della Universal degli anni Trenta, e, soprattutto, a Batman Begins, primo capitolo della trilogia del Cavaliere Oscuro diretta da Christopher Nolan, nella quale interpretava il personaggio di Ra’s al Ghul.

Il trailer di Batman Begins.

L’attore ha detto di apprezzare l’elemento spettacolare di questi film, ma di non essere un loro fan per la scarsa originalità delle loro storie, portando come paragone proprio le pellicole del genere a cui ha preso parte nella sua carriera.

“Sarò onesto riguardo a tutti questi film sui supereroi: non sono un fan, non lo sono davvero. Li ammiro perché rappresentano Hollywood con tutta la sua tecnologia fenomenale e la sua spettacolarità, ma mi sembra che raccontino sempre la stessa storia. Mi si potrebbe rispondere che io ho preso parte ai film di Christopher Nolan, ma quelli erano caratterizzati da elementi noir. E poi nel cast c’erano nomi del calibro di Christian Bale, Gary Oldman, Michael Caine e Morgan Freeman!”

Quando Liam Neeson rifiutò il ruolo di James Bond a causa… di sua moglie

Al di là dei cinecomics, la carriera di Neeson lo ha visto muoversi con grande abilità tra pellicole d’autore come Schindler’s List di Steven Spielberg, Mariti e mogli di Woody Allen e Gangs of New York di Martin Scorsese, blockbuster come la trilogia prequel della saga di Star Wars e pellicole action come la serie Taken.
Una carriera che avrebbe potuto impreziosirsi con l’interpretazione di una vera e propria icona della storia del cinema: James Bond. Proprio come Mel Gibson qualche tempo fa, l’attore ha dichiarato di esser stato vicino al ruolo, per l’esattezza ai tempi di Goldeneye del 1995, che sarebbe stato poi interpretato da Pierce Brosnan. Il motivo della rinuncia al ruolo? L’ultimatum di sua moglie, Natasha Richardson, prematuramente scomparsa nel 2009.

“Non mi è stata proprio offerta la parte però conosco la famiglia Broccoli [che detiene i diritti cinematografici del personaggio creato da Ian Fleming. N.d.r.] e, all’epoca, stavano tenendo d’occhio alcuni attori. Schindler’s List era uscito da poco e Barbara Broccoli mi chiamò un paio di volte per chiedermi se fossi interessato, e io le dissi di sì. Poi, però, la mia adorata moglie, Natasha Richardson, mi disse che se avessi interpretato James Bond non ci saremmo sposati. Mi diede un vero ultimatum e faceva sul serio! Probabilmente per via di tutte quelle donne stupende di vari paesi che entravano e uscivano dal letto di quel personaggio. Sono certo che uno dei motivi per la sua decisione sia stato proprio quello [ride]”.

Il ruolo dell’agente 007 resta uno dei più ambiti nel mondo del cinema e, al momento, c’è molta attesa per scoprire chi sostituirà Daniel Craig dopo il suo ciclo, terminato con No Time to Die del 2022, con Aaron Taylor-Johnson che sembra in pole position per la parte.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.