La pensione di reversibilità è una prestazione economica previdenziale erogata dall’Ente nazionale di previdenza sociale al coniuge o familiari superstiti rilasciata nei casi di scomparsa del titolare della pensione.

L’erogazione della pensione di reversibilità è subordinata dalla presenza di più di un requisito. Per questo, interessa saper la durata dell’assegno in relazione all’età del superstite beneficiario.

Pensione di reversibilità: cos’è

La pensione di reversibilità più conosciuta come trattamento economico ai superstiti viene attribuita in caso di morte del titolare della pensione, quindi con il decesso del pensionato (reversibilità diretta) o del lavoratore assicurato (reversibilità indiretta).

L’Ente nazionale della previdenza sociale non rilascia la pensione di reversibilità a tutti i familiari, ma tiene conto di un indice di preferenze. In altre parole, l’erogazione del contributo viene condizionata dai requisiti e dal titolo di parentela, per cui il trattamento economico viene rilasciato a:

  • coniuge o l’unito civilmente;
  • coniuge separato;
  •  ammesso anche il coniuge divorziato, se titolare dell’assegno divorzile.

Nel merito di quest’ultimo punto, è importante sottolineare che la pensione viene concessa all’ex coniuge in assenza di nuove nozze.

Che novità ci sono sulle pensioni di reversibilità?

Se il titolare della pensione in seguito al divorzio ha contratto una nuova unione matrimoniale, nel caso di decesso la reversibilità del trattamento spetta sia al superstite che all’ex coniuge divorziato. In questi casi, le quote vengono determinate in sede di giudizio svolto innanzi al tribunale.

La distribuzione dell’assegno di reversibilità viene condizionata dai requisiti e dal titolo di parentela, per cui spetta a:

  • figli minori;
  • figli inabili al lavoro e a carico del genitore, senza il vincolo anagrafico;
  • i nipoti, se a carico del dante causa.

Pensione reversibilità figli fino a 26 anni, in questi casi

Come abbiamo visto l’assegno viene riconosciuto ai figli minori e inabili senza limiti di età, ma esistono altre circostanze che portano l’INPS ad erogare il contributo fino a 26 anni, quali:

  • figli di età maggiore di anni 18 e fino a 21 anni, se studenti con la frequenza di corsi di formazione professionale o corsi scolastici;
  • figli di età maggiore di anni 18 e fino a 26 anni, se non lavorano e in presenza di frequenza di corsi universitari,

A chi altri spetta l’assegno INPS?

Nel caso in cui, nell’asse di parentela non compare la figura del coniuge, figli a seguire nipoti se a carico, la pensione di reversibilità può essere chiesta dai genitori a carico del defunto, con un’età fino a 65 anni e non intestatari di altre pensioni.

Il legislatore ha previsto la possibilità di richiedere l’assegno di reversibilità anche dai fratelli e sorelle (celibi e nubili). In questo caso, è necessario che sia presente il certificato d’impossibilita allo svolgimento di una regolare attività lavorativa. In sostanza, i fratelli e sorelle se inabili e a carico dell’estinto possono richiedere la pensione di reversibilità.

Come e quando presentare la domanda per la pensione di reversibilità?

La richiesta per il rilascio dell’assegno di reversibilità può essere presentata all’Ente nazionale di previdenza sociale direttamente online, in forma gratuita dal portale dell’INPS (se in possesso delle credenziali di accesso al sistema), dal contact center o presso CAF o patronato.

Non esiste una data di scadenza per la presentazione della richiesta dell’assegno di reversibilità. Tuttavia, trascorsi 10 giorni dalla perdita del dante causa, i ratei maturati e non riscossi cadono in prescrizione.

Quando si perde la pensione di reversibilità?

La perdita del diritto all’assegno di reversibilità scatta nel momento in cui il coniuge superstite convola a nuove nozze.

Per i fratelli e sorelle la perdita del beneficio economico scatta se viene a mancare il requisito di inabilità.

Per i figli studenti o universitari la perdita dell’assegno di reversibilità scatta con la fine del percorso di studi e, comunque, entro il limite di età fissato dalla normativa.

E, infine, per i genitori la perdita del contributo economico scatta con il rilascio del trattamento economico spettante.