Allarme Sei Nazioni, con il Galles che minaccia lo sciopero in vista della sfida del terzo turno contro l’Inghilterra a Cardiff. E’ quanto emerso in queste ultime ore, con il noto torneo della palla ovale che rischia di ritrovarsi di fronte ad un problema importante e di difficile risoluzione. Questo perché i giocatori gallesi sembrano essere convinti, non vogliono arretrare di un centimetro, vogliono far valere i propri principi economici, dato che la voglia di incrociare le braccia è dovuto esclusivamente per motivi inerenti il dio denaro.
Sei Nazioni, il perchè dello sciopero
Il Sei Nazioni rischia dunque di dover vedere un’edizione a metà in caso dovesse essere confermata questa volontà da parte dei giocatori del Galles. Ma perché si è arrivati a questo punto? Semplicemente per i soldi. Già, perché il futuro della squadra è torbido dal punto di vista economico dato che le quattro franchigie regionali, Ospreys, Scarlets, Dragons e Blues, nate cioè sotto la spinta della Federugby gallese (Wru), sono infatti in forti difficoltà economiche. Tradotto, i giocatori non sanno cosa si paventerà davanti ai loro occhi, molti rischiano di non essere sotto contratto anche il prossimo anno, e se dovessero essere riconfermati a cifre sensibilmente ridotte. Un rischio che i ragazzi di coach Warren Gatland non vogliono minimamente affrontare, pertanto la decisione di non scendere in campo questo fine settimana a Cardiff. E proprio il tecnico del Galles ha voluto dire la sua in merito, dopo aver annullato il classico annuncio della formazione che sarebbe dovuta scendere in campo contro l’Inghilterra: “Lo sciopero è una minaccia reale. Ma avendo parlato con alcune persone oggi, sono fiducioso che il problema sarà risolto”. Guarda al futuro con positività coach Gatland che aggiunge: “Sono sicuro che la partita sarà giocata. I giocatori si sono allenati bene nonostante tutto. Non credo che mancherà la motivazione per giocare contro l’Inghilterra”.