Secondo la Cina la pandemia è stata sconfitta. E così anche la politica zero Covid è giunta al termine dall’oggi al domani, provocando, tra gli innumerevoli danni, l’ira della gente. Le storiche e oceaniche proteste di novembre hanno sollevato un polverone senza eguali, facendo da un lato terminare le draconiane politiche attuate dal governo per reprimere il virus (che stavano mettendo in ginocchio l’economia) e dall’altro permettendo ai cinesi di riscoprire la forza delle manifestazioni simultanee come atto di dissenso. Molti di coloro che presero parte a quelle proteste sono scomparsi, catturati dalle autorità in una repressione silenziosa. Ed ora quelle proteste hanno iniziato a svanire dalla memoria.
Cina, rivoluzione A4: come è finita la protesta
Migliaia di persone si mobilitarono in nome di quella rivolta che prese il nome di “rivoluzione A4” o “libro bianco” in onore dei fogli bianchi che venivano mostrati durante le proteste. Fu uno spettacolo raro di forti critiche nei confronti del Partito Comunista e del suo leader Xi Jingping. “Xi Jinping, dimettiti“, “Partito comunista, dimettiti”, hanno gridato alcuni manifestanti durante le proteste.
In quel momento ci furono poche persone fermate. Adesso però, mesi dopo, la polizia ha preso in custodia decine di quei manifestanti e un gruppo di attivisti afferma che ci siano stati più di 100 arresti. Si tratta di scrittori, giornalisti, un musicista, un insegnante e un professionista del settore finanziario. Molte di loro sono donne e, secondo i rapporti, la polizia le ha interrogate sul fatto che fossero femministe o coinvolte in “attività femministe”. Negli ultimi anni le autorità cinesi hanno sempre più represso o censurato le attiviste per i diritti delle donne.
Il 27 novembre, diverse donne del gruppo si erano unite a una veglia pubblica presso il fiume Liangma a Pechino. Quella notte l’evento è stato uno dei tanti organizzati spontaneamente in tutta la Cina per piangere le vittime di un incendio in un appartamento a Urumqi che aveva sconvolto il Paese: molti credevano che le vittime non potessero scappare a causa delle restrizioni del Covid, anche se le autorità lo hanno contestato.
La veglia si è trasformata in una protesta pacifica, con persone che tenevano in mano fogli bianchi che sono diventati un simbolo della loro frustrazione.
La polizia ha rintracciato i manifestanti utilizzando telecamere di sorveglianza, software di riconoscimento facciale e hanno perquisito i telefoni degli arrestati.
Diversi gruppi per i diritti umani stanno ora chiedendo il loro rilascio in segno di una crescente preoccupazione internazionale.
La rivoluzione A4 è stata un evento storico importante per la Cina, ma oggi è solo un lontano ricordo. Il problema è che anche le persone che ne hanno preso parte rischiano di diventarlo.