Due giorni di congedo dal lavoro o di assenza da scuola in caso di ciclo mestruale doloroso e invalidante e contraccettivi ormonali gratuiti: sarebbero queste le novità introdotte dal nuovo disegno di legge presentato oggi alla Camera da Alleanza Verdi-Sinistra, a prima firma della deputata Elisabetta Piccolotti, di Sinistra Italiana, sulla scia di quello approvato per la prima volta in Europa, in Spagna, il 16 febbraio scorso.

Congedo mestruale Italia: cosa prevede il nuovo ddl

Dopo Vietnam, Corea del Sud, Taiwan, Cina e Giappone, anche in Spagna, dopo mesi di discussioni, il Parlamento ha approvato una legge che introduce il congedo mestruale per chi soffre di un ciclo particolarmente doloroso e invalidante, certificato dal medico: si tratta di tre giorni al mese, durante i quali, a spese dello Stato, si può restare a casa e non recarsi sul luogo di lavoro o a scuola. È l’obiettivo che si pone anche il nuovo ddl depositato oggi agli uffici della Camera da Alleanza Verdi-Sinistra, a prima firma di Elisabetta Piccolotti, di Sinistra Italiana, per sostenere le donne affette da dismenorrea, i cui principali sintomi sono fitte al basso ventre, mal di schiena, diarrea, nausea, capogiri e svenimenti.

Il primo articolo della legge riguarda il congedo mestruale scolastico, che consentirebbe alle studentesse che soffrono di dolori mestruali così forti “da non consentire di frequentare le lezioni in presenza” di “assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese”, senza che tali assenza vengano conteggiate “ai fini del calcolo dell’obbligo di frequenza”, non influendo quindi sul numero massimo di ore di assenza consentite né sulla validità dell’anno scolastico e sull’ammissione agli scrutini. Non si tratterebbe, comunque, di un’assenza libera, concessa a tutti sistematicamente, ma richiederebbe la presentazione di “un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico” e della giustificazione dei genitori, nel caso di studentesse minorenni.

Non è la prima volta che in Italia si parla di una misura simile: il dibattito sulla questione si era riacceso a fine 2022 dopo la decisione presa da un liceo di Ravenna, che aveva deciso di modificare il regolamento d’istituto prevedendo la possibilità di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese in caso di grave dismenorrea (il dolore uterino tipico delle mestruazioni). Un modello poi seguito da tanti altri licei, tra i quali, da ultimo, l’Albertelli di Roma, per venire incontro alle studentesse invalidate dal ciclo mestruale. Ma la proposta di Avs si spinge più in là, comprendendo anche le lavoratrici.

Analogamente a quello scolastico, il congedo mestruale lavorativo, come previsto dal secondo articolo della proposta, consentirebbe alle dipendenti in senso ampio (“lavoratrici con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato o determinato o anche a progetto”) di assentarsi dal luogo di lavoro fino a due giorni al mese, senza che tali giorni vengano conteggiati come “malattia” e con un’indennità pari al 100% della loro retribuzione, sempre previa presentazione del solito certificato medico all’inizio dell’anno.

Contraccettivi ormonali gratuiti nelle farmacie

Infine, nel ddl c’è spazio per un’ultima proposta: quella di distribuire gratuitamente, nelle farmacie, i contraccettivi ormonali, cioè le pillole anticoncezionali, previa prescrizione medica. Questo con un duplice scopo: da un lato, diffondere la pratica di usare la pillola “come fattore per regolarizzare il ciclo mestruale, lenire i disturbi dei cicli dolorosi ed irregolari e agire positivamente sulla sindrome premestruale”; dall’altra, più in generale, “tutelare la salute della donna nelle diverse fasi della vita, in particolare in relazione alle possibili espressioni della sessualità, alle scelte attinenti a una procreazione cosciente e responsabile e alla prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza quale componente essenziale del diritto alla salute”.