La strada è tracciata. Dal 2035 in tutta l’Ue ci sarà l’addio ai motori endotermici (i comuni propulsori alimentati a benzina e diesel, ma non solo), come votato lo scorso 14 febbraio dal Parlamento dell’Unione Europea.

Normativa Ue 2035: a rischio 200mila lavoratori

Una scelta frutto di 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astensioni. I veicoli a benzina o diesel andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come l’auto elettrica, ma non solo. Un provvedimento che fa parte del pacchetto “Fit for 55” per il dimezzamento delle emissioni inquinanti nell’Ue entro il 2030. La scelta della plenaria di Strasburgo si inserisce nella necessità di ridimensionare l’inquinamento causato dalla mobilità, ma potrebbe avere inoltre delle ripercussioni anche sul tema dei lavoratori impiegati nell’automotive. Un settore che, con questa novità europea, potrebbe mettere a rischio una parte consistente dei lavoratori relativi all’indotto legato all’industria automobilistica nazionale. Secondo Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, sono 2.200 le aziende che rischiano un tracollo, mettendo a rischio 195mila posti di lavoro.

Allarme punti di ricarica: l’Italia è indietro

Nell’analisi della situazione, tanto sul livello industriale quanto del livello di elettrificazione italiano, un dato emerge chiaramente. L’Italia è in assoluto sensibilmente indietro rispetto al numero di colonnine di ricarica a disposizione di chi vorrebbe utilizzare un’auto totalmente elettrica: secondo i dati dell’Osservatorio europeo sui combustibili alternativi infatti, i punti di ricarica sono meno di 33mila. Nel frattempo, il dibattito politico si divide fra chi sprona per una posizione ancora più green e chi accusa l’Unione Europea di una transizione ideologica più che ecologica.

Nel frattempo, le analisi sul futuro della mobilità tornano in auge, così come il possibile impiego dell’idrogeno come combustibile del futuro. Diverse case automobilistiche orientali infatti sono già sul mercato con vetture perfettamente sicure e funzionanti che sfruttano le molecole di idrogeno quale combustibile. Rilasciando però nell’aria solamente molecole d’acqua e senza dover utilizzare tutti i materiali inquinanti necessari per le batterie dei veicoli totalmente elettrici: nickel, cobalto litio, oltreché l’elettricità stessa prodotta per alimentare questi veicoli a impatto zero. O Quasi.