Un recente studio di ricerca ha dimostrato come il riscaldamento globale causi l’aumento della diffusione di zanzare portatrici della malaria.

Le indagini sono state condotte da un team di ricercatori del Georgetown University Medical Center di Washington che è riuscito a testimoniare quanto già sta accadendo con altre specie tropicali. I cambiamenti climatici e soprattutto il riscaldamento globale spingono molti animali a spostarsi a latitudini diverse dall’equatore o a stabilizzarsi in altitudini più elevate.

La ricerca effettuata dagli scienziati di Washington ha permesso di mappare il fenomeno migratorio compiuto dalle zanzare africane portatrici della malaria negli ultimi 120 anni.

Questa specie di zanzara, la Anopheles, sta infatti proliferando in nuove aree e si trova facilmente a quote altimetriche maggiori. Tali esemplari infatti riescono a colonizzare zone di 6,5 metri più in alto rispetto all’anno precedente e di quasi 5 km all’anno a sud dell’equatore.

La correlazione con questa espansione e il riscaldamento globale è presto dimostrata: nello stesso arco di tempo il nostro pianeta ha aumentato la temperatura media di 1,2 °C rispetto a solo un secolo e mezzo fa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Biology Letters, sottolinea proprio la velocità di propagazione di questo animale portatrice di una malattia in molte zone ancora mortale.

Nel 2011 un’analoga tracciatura del comportamento delle zanzare aveva indotto a stimare una futura espansione di 1,7 km all’anno in allontanamento dall’equatore in entrambe le direzioni oltre al raggiungere zone a quota di altitudine di 1,1 metri ogni anno maggiore. Già all’epoca i dati aveva mostrato una diffusione con valori più che raddoppiati rispetto agli anni precedenti.

Diffusione delle zanzare portatrici della malaria: espansione di oltre 500 km in un secolo

Colin Carlson, assistente professore del Center for Global Health Science and Security presso il Georgetown University Medical Center e autore principale dello studio, ha affermato che i risultati del recente studio confermano come il riscaldamento globale influenzi la propagazione di questi animali e spieghi dunque come ultimamente la malaria sia diffusa in porzioni di globo dove prima era inesistente.

“È esattamente ciò che ci aspetteremmo di vedere se il cambiamento climatico aiutasse queste specie a raggiungere le parti più fredde del continente. Il fatto che le zanzare si stiano diffondendo in queste aree per la prima volta, potrebbe aiutare a spiegare alcuni recenti cambiamenti nella trasmissione della malaria che altrimenti sarebbero stati difficili da far risalire al clima”.

Sebbene sia opinione degli stessi ricercatori che altre specie tropicali stiano migrando, diffondendosi anche in zone dove non erano mai state avvistate prima, lo studio si è concentrato solo sulla specie di zanzara del genere Anopheles proprio perché vettore della malaria e per l’esistenza una serie di dati storici che ne traccia i movimenti dal 1898.

“Tendiamo a presumere che questi cambiamenti si stiano verificando intorno a noi, ma la base di prove è piuttosto limitata. Se stiamo riscrivendo le regole della biosorveglianza per la vita su un pianeta più caldo, gran parte di ciò dovrà tenere presente il movimento degli animali”.

L’indagine ha complessivamente stimato che l’espansione delle specie di Anopheles nell’arco del XX secolo è stata di oltre 500 km verso sud e 700 m in altitudine: questi dati mostrano come la diffusione di questo animale sia la più palese dimostrazione dell’impatto dei cambiamenti climatici, determinando il più lampante cambiamento di biodiversità africana che siano mai stati osservati fino ad oggi.

 “Sappiamo ancora poco su come il cambiamento climatico stia influenzando la biodiversità degli invertebrati. La loro influenza sulla salute pubblica sta fornendo una rara finestra su come alcuni insetti possano prosperare in un clima che cambia, anche se è una cattiva notizia per gli esseri umani”, ha spiegato l’esperto.