Amare la Costituzione della Repubblica italiana. Conoscere i suoi articoli, sapere come si è arrivati alla stesura del testo definitivo, capire lo sforzo di mediazione che sotto la guida sapiente di Meuccio Ruini serve ad amare la Costituzione. E a questo scopo è sempre utile ascoltare “le voci lontane” ricordate da Piero Calamandrei nel 1955 agli studenti universitari di Milano.
“In questa Costituzione – dice con l’inconfondibile semplicità – c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…E quando io leggo nell’articolo 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’articolo 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!”.
Costituzione italiana: Mazzini, Garibaldi, Beccaria, Cavour e Cattaneo negli articoli della Carta
E continua: “O quando io leggo nell’articolo 8: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour! O quando io leggo nell’articolo 5: «La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo! O quando nell’articolo 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi! E quando leggo nell’articolo 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…”. Da ricordare. Sempre.
Stefano Bisi