Blocco sconto in fattura: piccoli lavori, infissi, condomini, preliminare di acquisto, ecco chi sono gli esclusi del decreto cessione crediti. Il decreto approvato il 16 febbraio scorso ed entrato in vigore il giorno successivo lascia a metà, o meglio con il cerino in mano, privati e imprese sui lavori che avevano programmato. Non a caso, privati, condomini e imprese sono stati chiamati “esodati del superbonus“, termini che danno il nome anche a un’associazione. C’è chi aveva intenzione di fare e si era mosso per dei piccoli lavori in edilizia libera, come un cambio della caldaia o degli infissi, chi – come i condomini – aveva fatto preventivi, assemblee e incontri tecnici per i lavori delle parti comuni e chi aveva sottoscritto un preliminare di acquisto e adesso non potrà beneficiare dello sconto in fattura, essenziale per la scelta dell’investimento. E poi ci sono le imprese che avevano pianificato la vendita di unità abitative nuove pensando di avere più facilità nel vendere grazie ai bonus e al superbonus. Tutti hanno dovuto fare marcia indietro da un giorno all’altro, in conseguenza di un decreto arrivato come una scure a tagliare i progetti già fatti. Ecco chi non potrà utilizzare lo sconto in fattura o la cessione dei crediti d’imposta, ma – ed è questa la riflessione da farsi una volta che sarà passata la tempesta – nemmeno la detrazione fiscale perché non ha abbastanza capienza di tasse ed ha fatto un investimento (contando sui bonus) che altrimenti non avrebbe mai pensato di fare.
Blocco sconto in fattura: piccoli lavori, infissi, condomini, preliminare di acquisto, ecco chi sono gli esclusi del decreto cessione crediti
Il decreto blocca cessioni dei bonus edilizi e del superbonus della scorsa settimana ha spazzato via i progetti da un giorno all’altro. A farne le spese, ad esempio, le imprese che avevano puntato sullo sconto in fattura per vendere unità immobiliari nuove. E, in molti casi, avevano trovato anche gli acquirenti, stimolati dal vantaggio fiscale. Per i lavori di demolizione e ricostruzione degli edifici i bonus consentono il beneficio fiscale del 50% o del 75 o 85%, in base alle situazioni, tutti con lo sconto in fattura. Con l’entrata in vigore del decreto, il bonus è riservato a chi è arrivato alla firma del rogito e al preliminare, registrato non oltre il 16 febbraio 2023. Chi aveva intenzione di fare un investimento di questo tipo, dovrà virare verso altre soluzioni: l’opportunità dello sconto in fattura con una percentuale così alta non ci sarà più. Esclusi sono anche coloro che avevano sottoscritto il preliminare ma non l’avevano ancora registrato (c’è un mese di tempo per farlo): non potranno beneficiare più dello sconto in fattura e l’investimento, alle condizioni favorevoli dei bonus edilizi, è saltato. Per molti, anche l’ipotesi della detrazione fiscale non è una strada percorribile: più è basso il numero di anni di imputazione del credito – 4 o 5 anni per il superbonus, 5 anni per quello relativo al sismabonus – più è probabile la situazione di non avere la capienza fiscale per utilizzare il bonus che, quindi, andrebbe perso.
Adempimenti per beneficiare di bonus e superbonus edilizi: quali sono?
Il blocco dello sconto in fattura ha penalizzato anche i piccoli lavori, come la sostituzione di infissi, di finestre o della caldaia e dei condizionatori. Per i lavori in edilizia libera è necessaria l’autorizzazione o la comunicazione di inizio dei lavori al Comune. Ma il decreto adesso impone che tale comunicazione, al fine di poter cedere il credito o di avvalersi dello sconto in fattura, andava fatta entro il 16 febbraio. In via retroattiva, chi ha fatto questi investimenti si è trovato spiazzato: per tutti gli adempimenti, tra preventivi, versamenti di acconti, lavori e sconto in fattura possono passare dei mesi. Quindi chi ha fatto i primi adempimenti non arrivando a fare i lavori è tagliato fuori dai bonus fiscali. Adesso il cliente dovrà ridiscutere il contratto con il fornitore perché quel vantaggio fiscale del bonus non c’è più. E dunque il costo ricade sul cliente stesso, se non riesce diversamente a utilizzare il bonus con la detrazione fiscale. Infine, sono tagliati fuori i condomini che avevano fatto assemblee per decidere i lavori da farsi nelle parti comuni dell’edificio, avevano chiesto preventivi e sopralluoghi tecnici: senza aver già presentato la Cilas non ci sarà possibilità di sfruttare la cessione dei crediti d’imposta. Dopo aver perso il treno per il 110% nel 2023, adesso perdono anche quello del 90%.