Farina di grillo, un argomento molto dibattuto nelle ultime settimane tra persone che si dimostrano scettiche, contrarie e anche nauseate al solo pensiero di assaggiare un qualsiasi tipo di prodotto proveniente da questo simpatico insetto. Dopo il successone del grillo-cheeseburger di Milano che ha visto la fila arrivare addirittura fuori dal locale per assaggiarlo al “modico” prezzo di 13,90 euro, arriva dalle Marche la farina ottenuta dal temutissimo grillo.
Azienda produttrice farina di grillo
Farina di grillo prodotta nelle Marche; ebbene sì, arriva proprio da questa Regione la farina Made in Italy che servirà per realizzare molti prodotti culinari ad alto tasso proteico, eco sostenibili e che punteranno a ridurre sensibilmente l’utilizzo della carne ottenuta dalla crudeltà degli allevamenti intensivi. L’azienda produttrice in questione è la Nutrinsect, azienda nata del 2016 a Montecassiano (Macerata), che oggi conta 6 dipendenti, oltre i 3 soci fondatori, per un fatturato di 300mila euro nel 2022, che si dicono essere pronti a sperimentarla anche per uso alimentare sebbene adesso sia utilizzata soltanto come incremento dell’alimentazione degli animali.
Il dibattito sulla farina di grillo
Il dibattito sull’uso di insetti a scopo alimentare si è acceso in Italia dopo la barretta di “grillo-mirtillo” mangiata dall’astronauta Samantha Cristoforetti mentre era in orbita anche se del tema si parla da anni e alcuni imprenditori ci lavorano da tempo, chi producendo farine, chi producendo e commercializzando cibi (chips, patatine, pasta), chi allevando grilli. Per Nutrinsect, che sta lavorando sull’intera filiera, come fanno sapere i titolari, tutto è iniziato una decina di anni fa con la lettura di un articolo in cui la Fao evidenziava l’importanza di cercare proteine alternative rispetto ai tradizionali allevamenti di bestiame. In termini di sostenibilità i vantaggi vengono dal risparmio di acqua e spazio, dal punto di vista nutrizionale poiché si tratta di alimenti iperproteici che potrebbero sostituire le proteine derivate dagli animali allevati senza etica né morale negli allevamenti intensivi lager. L’azienda marchigiana è arrivata dopo qualche anno a produrre circa 18 tonnellate di farina di grilli all’anno, in un ambiente di mille metri quadrati e a raggiungere le 400 tonnellate annue e un impianto da 10mila metri quadrati.