“Siamo parzialmente soddisfatti dell’incontro avuto oggi sul dl superbonus, perché c’è stato un impegno del governo sulla questione più spinosa che è quella dei crediti incagliati. Sui credi frutto della cessione del credito, che si sono bloccati e che non consentono poi di sbloccare a loro volta i cantieri, c’è stato l’impegno del ministro Giorgetti a recepire la proposta che era stata fatta dall’Abi e cioè di utilizzare i modelli F24, quindi il pagamento delle imposte per liberare un po’ di denari. Questo potrà consentire di sbloccare qualcosa, non è la soluzione perché non è l’unico problema ma è un buon inizio”, così l’avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, durante il Tg Plus di Cusano Italia Tv.
Superbonus, Spaziani Testa (Confedilizia): “F24 scelta più immediata”
Al termine dell’incontro a palazzo Chigi sul decreto superbonus, il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa è intervenuto nel programma di approfondimento dell’informazione condotto da Aurora Vena.
“Il sistema degli F24 è un passo avanti, anche se da verificare – chiarisce Spaziani Testa. Abbiamo chiesto al governo una prosecuzione dell’interlocuzione e ci è stata promessa. Credo sia positivo perché ci consentirà di fare maggiore pressione sul governo stesso su questo e su altri temi. Poi c’è la parte parlamentare dove le forze politiche possono dimostrare il loro rispetto di alcuni impegni quindi intervenire per modificare questo decreto”.
Per superare il problema dei crediti incagliati sul tavolo c’erano diverse proposte, come un intervento di Cassa depositi e prestiti come aveva anticipato il viceministro del Mit Edoardo Rixi.
“Si tratta di 19 miliardi di crediti incagliati, indicati da parte dello stesso ministro Giorgetti ed è una cifra nuova rispetto a quella che circolava nelle settimane scorse. Quanto ad altri sistemi come la cartolarizzazione o l’utilizzo di Cdp, il ministro ci ha detto che hanno valutato anche quelle idee ma ritengono troppo complicate e non adatte all’urgenza della situazione. Si sarebbe impiegato troppo intanto a capire come fare e poi a farlo. La strada scelta è stata quella più immediata degli F24”.
Dopo l’approvazione del decreto sul superbonus le opposizioni si sono scagliate contro Giorgia Meloni accusandola di non mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale.
“Noi siamo contrari all’eliminazione per il futuro in toto del sistema della cessione del credito – spiega il presidente di Confedilizia – ma allo stesso tempo ascoltiamo le notizie relative ai rischi per il bilancio e ci fidiamo di queste notizie. Ma sul pregresso, sui crediti incagliati, sui rischi derivanti dai conteggi sbloccati, su tutto questo la responsabilità è diffusa. Il tema era presente durante il governo Draghi, che ha prorogato alcune misure dando l’illusione di poter andare avanti ma nel frattempo mettendo qualche zeppa nel meccanismo. Noi siamo critici sul blocco totale della cessione del credito per il futuro e se proprio si deve fare c’è bisogno di maggiore gradualità. Ma sullo sblocco dei crediti incagliati, il problema esiste da mei.
Secondo le stime del esecutivo la misura varata dal governo Conte si è rivelata un buco da quasi 40 miliardi che costerà a ogni italiano circa 2000 euro.
“Le cifre sui posti di lavoro sono difficili da fare ma è certamente riconosciuto da tutti che il sistema degli incentivi in genere e anche del superbonus hanno creato movimento nell’economia tale da avere benefici sullo stesso Pil. Su quello non c’è dubbio ma è altrettanto indubbio per certe misure fiscali si fatica a valutare gli effetti indiretti. Si valuta in maniera puramente ragionieristica l’uscita ma non si valuta l’entrata, che è certamente più difficile da calcolare ma c’è. La cifra dei 2.000 euro dipende da una valutazione che fa il governo che da un lato non tiene conto di questo aspetto, dall’altro se ci si riferisce al superbonus era nato per soddisfare esigenze transitorie e di shock all’economia. Noi certamente non ipotizzavamo di portarlo avanti in eterno. Ci sono responsabilità diffuse di vari governi, tre con questo. Bisognava sicuramente fare meglio la misura e poi uscire con maggiore gradualità”.
Sullo sfondo resta comunque la necessità di lavori di riqualificazione edilizia ed energetica come richiesto dall’Unione Europea, attraverso la direttiva in discussione che prevede un abbattimento notevole delle emissioni di CO2 dovute alle abitazioni.
“Noi sulla direttiva abbiamo una posizione molto netta di contrarietà perché se è vero che il miglioramento energetico è auspicabile ed è un vantaggio in primis per i proprietari, è anche vero che se si agisce con gli obblighi e non con misure di stimolo si fa un danno anziché portare benefici. Crediamo che si debba lasciare la libertà agli Stati di stabilire dove indirizzare le proprie politiche. Cosa incentivare, cosa aiutare, cosa stimolare. In Italia la maggiore urgenza non è quella dell’efficientemente energetico bensì quella del miglioramento sismico degli immobili. Abbiamo un territorio che a differenza di quanto accade nei Paesi del nord Europa, che tanto hanno spinto per questa direttiva, è a in molte parti a rischio sismico e quindi necessita di interventi seri che vanno pagati in qualche modo – ha aggiunto Spaziani Testa”.