James Cameron è, da sempre, un accanito sostenitore dell’ambientalismo al punto da ritenere “comprensibile” la posizione di Thanos e “valida” la sua soluzione al problema.
James Cameron ha ammesso di trovare comprensibile l’ambientalismo di Thanos, inclusa la sua soluzione radicale vista in Avengers: Infinity War
James Cameron sostiene da sempre una lotta convinta in difesa dell’ambiente. Una missione portata avanti anche attraverso i suoi film e, in particolare, emersa con forza nei due capitoli di Avatar, l’originale del 2009 e il suo sequel Avatar: La Via dell’Acqua, pellicola, quest’ultima, che ha confermato la sua fama di Re Mida di Hollywood, ottenendo un risultato straordinario al box office e arricchendo notevolmente il suo patrimonio personale.
La lotta al cambiamento climatico e la necessità di cambiare le abitudini degli esseri umani che stanno portando il pianeta verso la catastrofe sono, per lui, tematiche di cui Hollywood, come grande macchina costruttrice di immaginario, dovrebbe farsi carico. In questo senso, il regista si è detto felice di vedere che qualche segnale, effettivamente, stia arrivando dagli Studios, gli stessi che, ai tempi del primo Avatar, gli suggerirono di eliminare il tema ecologista per paura di non vendere biglietti. In particolare, in un’intervista con il Time, James Cameron ha detto di aver apprezzato come il tema dell’ambientalismo sia entrato nel blockbuster della Marvel Avengers: Infinity War, sostenendo addirittura di trovare comprensibile la posizione espressa dal villain Thanos in quella pellicola.
“Posso capire la posizione di Thanos e trovo che la sua soluzione fosse piuttosto valida. L’unico problema è che nessuno alzerebbe la mano per offrirsi volontario per stare nella metà della popolazione che deve scomparire“.
Per chi non lo sapesse, nella pellicola del Marvel Cinematic Universe diretta dai fratelli Joe e Anthony Russo e arrivata nelle sale nel 2018, il villain Thanos (interpretato da Josh Brolin) è frustrato dal vedere le risorse naturali limitate dell’universo consumate dalla sovrappopolazione e dall’avidità degli esseri viventi. Ai suoi occhi, l’unica soluzione per risolvere questo problema – attualissimo, come purtroppo sappiamo bene – è l’eliminazione di metà della popolazione vivente dell’universo, attraverso il Guanto dell’Infinito, oggetto cosmico che conferisce a chi lo indossa poteri quasi divini.
James Cameron e l’ambientalismo sul set vegano di Avatar: La Via dell’Acqua
Quello della difesa dell’ambiente è, evidentemente, un tema centrale nella saga di Avatar, il cui punto di partenza è rappresentato dalla colonizzazione del pianeta Pandora da parte di una razza umana costretta a depredare altri ecosistemi, dopo aver devastato e consumato senza ritegno tutte le risorse naturali del pianeta Terra.
Un impegno che il regista prende talmente sul serio da aver espressamente richiesto un catering completamente vegano per la produzione del suo film, così da evitare ogni possibile accusa di ipocrisia.
“Non potevamo fare la morale alle compagnie petrolifere e poi voltarci dall’altra parte e mangiare un hamburger”.
Una posizione netta e radicale, tipica di un regista famoso, nei primi anni della sua carriera, per avere un carattere decisionista e poco incline al compromesso, da cui dipesero anche i non pochi problemi con alcune troupe incontrati durante la lavorazione di alcuni suoi film.
In questo, però, Cameron sembra essersi ‘ammorbidito’ con gli anni, al punto da dichiarare che le decisioni riguardanti il lavoro sul set venivano presi attraverso una consultazione con tutte le sue componenti.
“Ci sedevamo in cerchio come in una sorta di consiglio e io dicevo a tutti cosa avevo intenzione di fare e che, se avessero cominciato a urlare e a tirarmi contro delle cose, forse avrei potuto ripensarci. Ma chiarii che se avessero annuito, seppur a malincuore, saremmo andati avanti”.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.