Blocco cessione crediti dei bonus edilizi, l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) si dice soddisfatta dell’incontro svoltosi in queste ultime ore a Palazzo Chigi. Altre novità potrebbero arrivare sull’altra opzione del superbonus, lo sconto in fattura. Ance afferma che il governo ha aperto sulla cessione dei crediti alla “proposta di compensazione tramite F24“. Siamo soddisfatti – ha detto la presidente di Ance, Federica Brancaccio al termine dell’incontro – abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza da parte del governo che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi, e un tavolo immediato per il futuro. Il Governo è consapevole che le misure vanno prese rapidamente”. Oltre all’Ance, all’incontro hanno partecipato l’Associazione bancaria italiana (Abi), Cassa depositi e prestiti, Sace, Confedilizia, Confindustria, Confartigianato, Confapi, Alleanza cooperative e la Confederazione Nazionale dell’artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) che hanno illustrato le proprie ipotesi di cambiamento della misura, dal momento che cresce la preoccupazione delle conseguenze del decreto su imprese, famiglie e banche.

Blocco crediti bonus, Ance soddisfatta: ‘Governo ha aperto alla nostra proposta di compensazione con F24’

Dopo il blocco cessione crediti, il governo ha aperto alle compensazioni con i modelli F24, la proposta che – da tempo – era stata avanzata dall’Ance e dall’Abi per sbloccare i crediti d’imposta incagliati dei bonus edilizi e del superbonus 110%. Lo scenario, rispetto a quando la proposta era stata avanzata, è cambiato da qualche giorno con l’entrata in vigore del decreto “Cessione crediti” e lo stop alla circolazione dei bonus edilizi imposto dal governo a partire dal 17 febbraio 2023. Ma c’è tutto il grosso dei crediti pregressi a questa data che dovrà essere smaltito per evitare che, principalmente imprese e privati, non riescano a liberarsi dei propri crediti per interventi di ristrutturazione e di efficientamento energico già svolti o, comunque, già iniziati e con i documenti (delibera e Cilas per i condomini, certificato di inizio dei lavori per villette e unità abitative unifamiliari) in regola. Da fonti del governo arriverebbe la conferma che non ci sarà alcuna modifica al decreto ma che l’esecutivo avrebbe mostrato apertura ad ascoltare le parti interessate. “Siamo soddisfatti, abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza da parte del governo che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi, e un tavolo immediato per il futuro – ha detto la presidente di Ance, Federica Brancaccio – Il Governo è consapevole che le misure vanno prese rapidamente”. Inoltre, la presidente ha annunciato che il governo sarebbe pronto a ragionare anche su alcune misure di apertura sullo sconto in fattura, eventualmente legato ad alcune fasce di reddito e agli incapienti, con l’acquisto da parte delle partecipate di crediti pregressi e un ruolo di Cassa depositi e prestiti.

Bonus e superbonus edilizi, rassicurazioni dal governo su soluzione

Il passaggio più importante è, senza dubbio, quello dell’apertura alla proposta di compensazione dei crediti d’imposta detenuti dalle banche con i modelli F24 presentati dai clienti degli istituti bancari per il pagamento delle imposte. In questo modo, una parte delle imposte verrebbe pagata proprio tramite il meccanismo della compensazione, al fine di liberare spazio fiscale nei cassetti delle banche che potrebbero procedere con nuove acquisizioni di crediti di bonus edilizi e del superbonus. Dopo l’approvazione del decreto che ha determinato il blocco cessione crediti, il governo si affretta a trovare una soluzione per smaltire i bonus accumulati. Per l’Ance, i crediti incagliati ammonterebbero a 15 miliardi di euro rispetto ai 105 miliardi che sono stati prodotti negli anni 2021 e 2022, 6 dei quali stimati in chiusura con la compensazione delle imposte di privati e imprese come scelta alternativa alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. Tuttavia, il rischio è quello che proprio le imprese, non riuscendo a cedere i bonus, debbano fermare i lavori non avendo liquidità per pagare i fornitori; e i privati non riescano a rientrare delle spese sostenute perché non hanno abbastanza capienza fiscale per scaricare i costi sulle tasse. Al termine dell’incontro che si è tenuto oggi, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro Gilberto Pichetto Fratin e altri esponenti hanno assicurato che il governo si impegnerà a porre rimedio a questi effetti negativi correlati alla cessione dei crediti d’imposta.