La notizia di un possibile armamento della Cina alla Russia per fronteggiare la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa e non. È stato lo stesso Volodymyr Zelensky ad allarmare circa i rischi di un possibile armamento cinese in Russia: “Così si rischia la terza guerra mondiale” ha detto il presidente ucraino. Le istituzioni europee si sono immediatamente messe sull’attenti come si evince dalle dichiarazioni dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell. Il quale però, come ha spiegato al termine del Consiglio Ue Affari esteri, ha ricevuto rassicurazioni da parte della Cina:

Nei miei contatti con il diplomatico cinese Wang Yi ho espresso le mie preoccupazioni sulle notizie di fornitura di armi da parte della Cina alla Russia, lui mi ha risposto chiaramente che la Cina non lo sta facendo e non ha intenzione di farlo. Noi ovviamente restiamo vigili e se dovesse avvenire agiremo di conseguenza.

Cina ma anche Iran, il punto di Josep Borrell

Nel frattempo, arrivano tensioni anche sul fronte iraniano. Secondo Bloomberg, infatti, l’Iran avrebbe arricchito il livello di uranio fino all’84%. Livello molto vicino alla zona rossa. Borrell commenta:

Le questioni sul nucleare sono complesse e sensibili. Non conosco l’origine e l’affidabilità delle informazioni secondo le quali può darsi che ci sia stato un arricchimento dell’uranio in Iran e per questo abbiamo un osservatore, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), che ha tutte le capacità tecniche per dirci tutto quello che sta succedendo col programma nucleare iraniano e che deve dirci cosa sta succedendo. Lo abbiamo chiesto e ci risponderà nel corso di questa settimana. Finché non avrò una risposta dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica non mi esprimerò”, ha aggiunto.

Proprio oggi a Bruxelles una folla di manifestanti ha messo in piedi una protesta contro il regime iraniano. Una manifestazione che si teneva proprio mentre l’Ue varava il quinto pacchetto di sanzioni contro Theran. Borrell ha spiegato che:

Le sanzioni hanno una dimensione politica e una pratica e di sicuro all’Iran non piace che le applichiamo ma non abbiamo alternative. Per quanto riguarda i negoziati sul nucleare, sono in stallo, in un letargo invernale, possiamo dire. Non è possibile avanzare in questo momento, data una serie di circostanze intervenute. Noi non abbiamo alcun interesse a spingere l’Iran verso una maggiore complicità con la Russia, tutto il contrario. Ma è evidente che quanto è avvenuto internamente in Iran e il contributo dell’Iran allo sforzo militare russo hanno paralizzato un processo di negoziazione che già prima dell’estate si trovava a un punto già molto debole.

Non solo la crescente fornitura di uranio, sull’Iran pendono altre colpe su tutte la detenzione arbitraria dei cittadini dell’Ue e dei cittadini con doppia cittadinanza iraniana. In questo senso va avanti l’azione europea volta a porre fine alla “Penosa pratica di detenere civili stranieri al fine di ottenere vantaggi politici”. L’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell spiega che:

L’Unione europea invita l’Iran a rispettare rigorosamente i suoi obblighi internazionali, in particolare le Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari e il Patto internazionale sui diritti civili e politici di cui l’Iran è parte. Sottolinea che la politica attualmente perseguita dall’Iran, comprese le restrizioni imposte all’accesso consolare dei cittadini dell’Ue, la negazione della protezione consolare e il diritto a un processo equo, è in diretta violazione del diritto internazionale.

E ancora:

L’Unione europea si aspetta che le autorità iraniane facilitino l’esercizio delle funzioni consolari da parte degli Stati membri dell’Ue interessati, consentendo loro di comunicare e di avere accesso regolare ai propri cittadini, come previsto dal diritto internazionale, compresa la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963, di cui l’Iran è parte