Terremoto Turchia oggi. Due nuove scosse di terremoto di magnitudo 6.4 e 5,8 sono avvenute questo pomeriggio nel sud della Turchia. Secondo i rilievi dell’Ingv, le scosse hanno avuto epicentro in mare davanti alle coste turche con coordinate geografiche (lat, lon) 36.0760, 35.8850.
Terremoto Turchia oggi, nuove scosse di magnitudo 6,4 e 5,8 nel Sud del Paese
La terra continua a tremare e in Turchia il terremoto non smette di fare preoccupare l’intera popolazione. L’Usgs, infatti, ha registrato oggi un sisma di magnitudo 6.4 nella provincia di Hatay, nel sud della Turchia al confine con la Siria, la zona era già colpita dalla grande scossa registrata lo scorso 6 febbraio che ha messo ko l’intero territorio. L’agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze Afad ha confermato la scossa e secondo le indicazioni preliminari, il sisma avrebbe un ipocentro a una profondità di 10 km e si sarebbe verificato a circa 32 chilometri da Antiochia.
Un’altra scossa, di magnitudo 5.8, è stata registrata poco dopo nel distretto di Samandag. I due terremoti sono stati avvertiti in Siria, Egitto, Libano, Iraq, Territori Palestinesi e Giordania. E’ stato chiesto alle persone presenti nella zona di evacuare dagli edifici già danneggiati e di allontanarsi dalle zone costiere per paura che possa verificarsi un innalzamento del livello del mare e di conseguenza uno tsunami.
3 morti e 213 feriti
Secondo un primo bilancio 3 persone sono morte a causa delle nuove scosse. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Suleyman Soylu, riferendo che 213 persone sono rimaste ferite e sono state portate in ospedale. Intanto, proseguono le operazioni di ricerca negli edifici crollati. Una delle vittime è una donna uccisa a causa del crollo di un blocco di cemento che le è caduto in testa a Samandag.
In arrivo aiuti
Dopo la tragedia avvenuta in Turchia, sono tanti gli aiuti provenienti da altre nazioni intente a supportare la zona che ha subito diversi danni. Così, il 19 febbraio 2023 è partita dal porto di Trieste, la nave con ulteriori aiuti della Protezione civile destinati alle zone terremotate della Turchia.
A diffondere la notizia è stato il direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile Mauro Casinghini. Secondo la fonte, a bordo sarebbe presente anche il materiale messo a disposizione dalla Protezione civile della Regione Abruzzo che consiste in tende, riscaldatori, effetti letterecci e brandine, moduli igienico-sanitari e gruppi elettrogeni che sono stati consegnati con 6 autotreni presso l’hub di Palmanova dove ha sede la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia.
Le risorse giungeranno nei prossimi giorni al porto Mersin in Turchia e da lì, il personale del Dipartimento nazionale della Protezione civile coordinerà l’intera organizzazione, il materiale, infatti, verrà messo a disposizione del sistema di soccorso turco.
Intanto, continuano le ricerche di persone rimaste sotto le macerie. I soccorsi non si sono mai fermati e lavorano giorno e notte per salvare il maggior numero di uomini che ancora non sono stati trovati. Per adesso si sfiora quota 50mila, è questo il numero delle vittime del terremoto. Oltre 38mila persone sono morte in Turchia e più di 3.600 in Siria. Si attendono aggiornamenti da parte delle squadre di professionisti presenti sul posto.
Un nuovo problema
Non riesce ad avere tregua la Turchia che, oltre ad aver subito il terremoto che non lascia scampo alla popolazione, starebbe vivendo nella paura del Colera. Infatti, attualmente centinaia di migliaia di persone sopravvissute al sisma si trovano senza casa. Inoltre, i rifugi sono pieni e non presentano servizi igienici adeguati, né acqua pulita che possa soddisfare le esigenze di tutti.
Oxfam avrebbe lanciato l’allarme, dopo aver registrato una delle situazioni peggiori mai viste prima. In alcuni rifugi ci sono oltre 150 persone, comprese donne e bambini che sono costrette a condividere un unico bagno.
“Non c’è né privacy, né dignità – ha raccontato ai team di Oxfam una donna che si trova in uno dei centri allestiti in città – a volte devo aspettare anche una giornata intera per poter usare i servizi igienici”. Poi ancora: “I casi di colera in Siria erano già in aumento prima del terremoto e adesso il rischio di nuovi focolai è altissimo per chi si trova in tendopoli improvvisate o nelle moschee che ospitano gli sfollati – ha spiegato Stefania Morra, responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia – È fondamentale, in questo momento, impedire che ci siano nuove vittime per una malattia del tutto prevenibile”.