L’Oxford Dictionary ha selezionato la parola Doomscrolling come Word of the Year per il 2020, e non è un caso che questa data coincida con l’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. Il termine deriva dalla parola inglese “dooms” che viene tradotto come cattive notizie e “scrolling” scorrere ed è la tendenza a ricercare in modo ossessivo le cattive notizie on line, scorrendo (scrolling) sullo schermo di pc, telefonini o tablet e rintracciando le sventure (dooms) che accadono nel mondo.
Nel pieno della pandemia più o meno tutti siamo stati un po’ toccati da questa tendenza a cercare notizie on line, complice il fatto che del virus in circolazione non si sapeva praticamente nulla e tra le fonti di notizie più facilmente raggiungibili c’erano proprio quelle pubblicate in Rete. Prima della pandemia il doomscrolling era già diffuso, in particolare tra soggetti che soffrivano di ansia e depressione, ma durante il periodo pandemico ha colpito moltissime persone accentuandone il malessere psicofisico. Fare doomscrolling rinforza la sensazione di controllo su avvenimenti che comunque non si è in grado di dominare. La ricerca spasmodica di notizie negative può solo causare un peggioramento dello stato di angoscia con manifestazioni di aumento di ansia, disturbi del sonno, dell’appetito e di calo del tono dell’umore.
Cos’è il doomscrolling
Il doomscrolling è una pratica tipicamente umana. Siamo curiosi, e proprio come quando passiamo accanto a un incidente stradale rallentiamo per vedere cosa è successo, così accade quando scorriamo le notizie sul telefonino: appena ci imbattiamo in un titolo a effetto o un post di Facebook confezionato ad hoc per ottenere clic (in inglese clickbait, o acchiappaclic in italiano), ci fermiamo a leggerlo.
Il problema è che non sempre si è consapevoli di fare doomscrolling. A lungo andare questa brutta abitudine può influenzare le proprie giornate, inducendo una forma di pessimismo che non può che essere dannoso per il benessere psicologico.
Oltretutto, il doomscrolling è alimentato dalla natura degli algoritmi che governano i social network e che tendono a riproporre le notizie su cui ci si soffermati maggiormente.
Avere la consapevolezza di quello che si legge maggiormente è un primo strumento per capire se si è vittima del doomscrolling; in alternativa, basta una sbirciatina alla cronologia delle ricerche su pc, tablet o smartphone, per avere una maggiore consapevolezza a riguardo.
Una volta acquisita la consapevolezza, il passo successivo è quello di smettere di fare doomscrolling, ma come riuscirci? Bisognerebbe: scegliere un’informazione corretta con abbondanti dosi di senso critico e buone notizie al suo interno; tenere i dispositivi elettronici a debita distanza per non cedere in continuazione all’impulso di visitare siti e leggere notizie; imporsi dei limiti in termini temporali per informarsi è un’ottima occasione per riuscire a controllarsi; scorrere le notizie solo per un paio d’ore al giorno, meglio magari la mattina, lontani dal momento in cui la giornata volge al termine, permettendoci così di trascorrere le ore prima del sonno circondati solo da pensieri propositivi. Con costanza e determinazione si può cambiare questa tendenza ed evitare che arrivi a disturbare sia la salute fisica che quella mentale.
Claudia Mosticone