Nuovi dettagli sull’incidente in autostrada a Milano, avvenuto nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 febbraio: il conducente dell’auto che ha ucciso due donne al casello dell’A4 di Milano Ghisolfa è risultato positivo alla cannabis e alle benzodiazepine. Lo hanno confermato gli esami disposti dal pm milanese Paolo Filippini per appurare le responsabilità dell’uomo, un 39enne italo-marocchino, indagato per omicidio stradale plurimo.
Secondo le prime ricostruzioni, l’auto del pirata della strada sfrecciava a oltre 150 chilometri orari in un tratto in cui la velocità massima consentita è di 30 all’ora. L’intervento dei vigili del fuoco sul luogo dell’incidente ha permesso di recuperare l’uomo, ora ricoverato al San Carlo di Milano: ritrovato anche un braccialetto che gli era stato dato in ospedale, all’accettazione di un pronto soccorso. Per questo chi indaga ha ipotizzato che l’uomo, prima di mettersi alla guida, fosse stato ricoverato per accertamenti per via di presunti problemi psichiatrici.
Incidente autostrada a Milano, le ricostruzioni delle telecamere di videosorveglianza del casello
A questo punto, secondo gli investigatori, le benzodiazepine potrebbero essere state somministrate al responsabile dell’incidente sull’A4 a Milano proprio dal personale sanitario, considerate le loro proprietà ansiolitiche. Secondo le prime, successive ricostruzioni l’uomo, residente a Pontenure, paese nel Piacentino, giorni prima dell’incidente sarebbe stato ricoverato all’ospedale di Piacenza dopo aver dato in escandescenza. Gli inquirenti si stanno concentrando proprio sulla struttura piacentina, per capire di più sui problemi del pirata della strada. Sequestrato anche il suo cellulare, per capire se fosse proprio quella la fonte della sua distrazione.
Dall’esame dei filmati delle telecamere di sorveglianza, intanto, emerge come il 39enne avrebbe tamponato la Lancia Ypsilon con a bordo Laura Amato, 54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, mentre queste ultime erano ferme alla barriera Milano-Ghisolfa sull’A4, in direzione Torino. L’italo-marocchino, alla guida di una Lancia Musa, non avrebbe minimamente rallentato nonostante l’avvicinarsi del casello: a velocità molto sostenuta ha colpito alle spalle l’auto con a bordo le due donne, scaraventandole in avanti per decine di metri e provocando il loro decesso sul colpo.