Quarte e quinte dosi in calo in Italia: è quanto sottolinea il monitoraggio della Fondazione Gimbe sui numeri dei vaccini anti Covid. Secondo la rilevazione dell’organizzazione, le somministrazioni della quarta e della quinta dose di vaccino sono calate rispettivamente del 31% e del 22,4%.

In particolare, il tasso di copertura delle quarte dosi si assesta ad una media nazionale del 31,1%. Nette le differenze tra le regioni: se in Piemonte si registra il 44,6% di copertura, la Calabria si assesta al 14%. Stesso discorso per le quinte dosi, il cui tasso di copertura nazionale è al 14,8% con forti oscillazioni: dal 5% della Campania al 28% del Piemonte.

Vaccini anti Covid in Italia, la campagna vaccinale procede a rilento: tutti i numeri

Al 17 febbraio sono 5.946.113 le quarte dosi somministrate in Italia, con una media mobile di 2.279 al giorno: dato che mostra un calo rispetto alle 3.304 della scorsa settimana e testimonia un crollo “che prosegue da oltre un mese”, come confermato dal presidente di Gimbe Nino Cartabellotta.

La platea potenzialmente destinataria della quarta dose in Italia è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12 milioni possono riceverlo subito, 1,1 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Per quanto riguarda invece la quinta dose, la platea è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. 466.880 le quinte dosi somministrate al 17 febbraio: anche in questo caso si evidenzia un trend in discesa rispetto alle 2.032 somministrate la scorsa settimana (-22,4%).

Vaccini anti Covid, la situazione delle terze dosi

Sono ancora 6,77 milioni gli italiani non vaccinati che hanno superato la soglia dei 5 anni di età: di questi 6,43 milioni sono attualmente vaccinabili, pari all’11,2% della platea.

A non aver ancora ricevuto la terza dose, al 17 febbraio, sono in 7,24 milioni, di cui 6,04 milioni possono riceverla subito, pari al 12,7% della platea. Tra questi ultimi, 1,2 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni.