Bonus non edilizi 2023, ecco quali sono quelli per i quali si può ancora fare la cessione dei crediti d’imposta. Con l’entrata in vigore del decreto “Cessione crediti”, non tutti i bonus, soprattutto quelli non rientranti negli interventi edilizi, sono stati bloccati dalle operazioni di vendita del vantaggio fiscale accumulato. In realtà, lo stesso decreto, in una prima stesura di giovedì scorso 16 febbraio, conteneva disposizioni di blocco anche per i crediti d’imposta dei bonus non edilizi. Tali disposizioni sono sparite dal testo del decreto numero 11 del 2023, introducendo vincoli per le cessioni ai soli crediti derivanti dai bonus edilizi e dal superbonus 110% e non sulle cessioni di bonus relative a crediti di differente natura. In attesa di avere conferma se gli altri bonus non avranno limitazioni per le vendite in un successivo provvedimento del governo guidato da Giorgia Meloni, ecco quali sono i bonus che tornano in pista per la compravendita dei vantaggi fiscali.

Bonus non edilizi 2023, per quali si può ancora fare la cessione crediti?

Rispetto alle bozze del giorno precedente l’entrata in vigore del decreto “Cessione crediti”, dal testo definitivo sono spariti due commi che impedivano la vendita dei vantaggi fiscali anche a bonus differenti da quelli derivanti da interventi in edilizia. Tali commi prevedevano il divieto di prima cessione per tutta una serie di crediti, differenti dai bonus edilizi e dal superbonus 110%, che non essendo elencati nel decreto definitivo, adesso tornano in pista per la relativa cessione dei crediti. Inoltre, il decreto non contiene alcuna nuova disciplina di tali bonus che, pertanto, rimangono con le regole antecedenti l’entrata in vigore del provvedimento del governo. Per molti di questi bonus, è ammessa la prima cessione, o anche la cessione successiva, ma è importante verificare la disciplina specifica affinché la vendita possa essere fatta entro certe scadenze o verso specifici soggetti a regime controllato. Pertanto, si sono salvati dal decreto “Cessione crediti”:

  • il bonus Super-Ace;
  • i crediti d’imposta legati al bonus energia e gas relativi ai mesi di luglio, agosto e settembre 2022, e quelli dei mesi di ottobre, novembre e dicembre dello scorso anno, nonché i crediti del primo trimestre del 2023;
  • i bonus carburanti agricoli (riguardante anche il settore della pesca) per i mesi di luglio, agosto e settembre 2022, quelli dell’ultimo trimestre dello scorso anno e quelli di gennaio, febbraio e marzo 2023;
  • lo chef bonus;
  • i crediti d’imposta delle aziende turistiche riconosciuto nell’ambito degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);
  • i bonus sulla digitalizzazione dei tour operator e delle agenzie di viaggio.

Cessioni benefici fiscali, ecco le regole alle quali prestare attenzione

Chiarimenti, dunque, sono attesi su tutta questa serie di bonus, differenti da quelli dei lavori in edilizia, in particolare se il relativo stop alla cessione del credito d’imposta sia solo temporaneamente rimandato. Per questi bonus, peraltro, vigono regole differenti dal superbonus e dagli altri bonus edilizi. Ad esempio, il bonus energia e gas è cedibile a qualunque soggetto per intero previo ottenimento del visto di conformità. Tuttavia, il soggetto che acquista questo bonus nell’ambito della prima cessione, non può procedere a una vendita libera, ma ha la possibilità di ulteriori due cessioni solo a soggetti controllati come banche e intermediari finanziari. Peraltro, intervenire all’improvviso su questa tipologia di bonus avrebbe significato interrompere flussi di cessione in corso, attivabili fino al 31 dicembre 2023 con l’utilizzo dei relativi codici tributo che sono stati diramati dall’Agenzia delle entrate appena tre giorni prima dell’entrata in vigore del decreto “Cessione crediti”. Lo stesso problema lo avrebbero avuto anche i bonus relativi all’energia e al gas dell’ultimo periodo del 2022, le cui scadenze sono state prorogate dal decreto “Aiuti quater” al 30 settembre 2023.