Siamo entrati nella settimana topica del percorso congressuale che il Pd ha avviato all’indomani delle elezioni politiche dello scorso settembre. Un percorso che si concluderà con il ricambio in testa alla segreteria: sarà uno tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein a subentrare ad Enrico Letta. La cerchia si è ristretta a due dopo che la commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico ha concluso lo spoglio dei 151.530 votanti. Di questi voti, Bonaccini se ne assicura 79.787, pari al 52,87%; Elly Schlein 52.637 voti, pari al 34,88%; Gianni Cuperlo 12.008 voti, pari al 7,96%; Paola De Micheli 6.475 voti, pari al 4,29%. Il parziale taglia fuori, evidentemente, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo.

Il vantaggio di Bonaccini lo fa apparire come il vincitore annunciato tuttavia nessuno si sente di attribuire già la vittoria all’uno o l’altra. Anche perché Schlein si è affermata nettamente nei centri urbani più importanti, tra cui Milano, Roma e Napoli. Nella Capitale, la deputata dem raccoglie 2.194 voti, contro i 1.854 di Bonaccini, i 661 di Gianni Cuperlo e i 184 di Paola De Micheli. Un risultato politicamente significativo se si considera anche che il sindaco Roberto Gualtieri, così come il neoconsigliere della Regione Lazio (candidato alla presidenza fino a pochi giorni fa) Alessio D’Amato, sostengono Stefano Bonaccini per la vittoria finale. Particolarmente importante l’affermazione di Schlein in quartieri periferici e semiperiferici come Ostia, Donna Olimpia e Montesacro. Ma Schlein vince anche nel circolo Pd del centro storico, conquistando 23 voti contro i 17 di Bonaccini. Il presidente dell’Emilia-Romagna va bene nel quartiere Trionfale-Mazzini, dove prende 76 voti contro i 52 di Schlein, e soprattutto al Nuovo Salario, circolo che gli vale 130 voti, contro i 22 di Schlein.

Ecco perché sarà una settimana decisiva e tutta da vivere. Sette giorni di una volata che comincia oggi con il confronto Tv, alle 20.30 su Sky Tg24, fra i duellanti Bonaccini e Schlein.

Segreteria Pd, Bonaccini e Schlein alla settimana decisiva


7 giorni tutti da vivere che vedranno le città d’Italia riempirsi di gazebo del Pd dove iscritti, e non iscritti, potranno recarsi per esprimere la propria preferenza. Nel frattempo, il confronto a distanza va avanti e sta vivendo, con l’avvicinarsi al momento decisivo, di fiammate animate. Entrambe le parti, Elly Schlein e Stefano Bonaccini prendono quotidianamente le distanze dal gruppo dirigente che ha guidato il partito in questi anni. Entrambi promettono cambiamento e rinnovamento.

Bonaccini, intanto, ha sottolineato nelle ultime ore che molti dei capi corrente sostengono Elly Schlein. Un riferimento che sembra diretto ad Andrea Orlando. E l’ex ministro del Lavoro non tarda a rispondere: “Credo che chi si candida alla segreteria Pd dovrebbe far capire cosa vuole fare, piuttosto che imbarcarsi in queste ricostruzioni. E comunque bisognerebbe avere almeno rispetto per la verità, se non verso i propri compagni di partito per i quali si mostra meno fair play che verso la Meloni”. Il riferimento di Orlando è alla frase di Bonaccini: “Meloni è certamente capace” pronunciata in diretta Tv dal presidente dell’Emilia-Romagna. Una dichiarazione che ha trovato una sua similitudine nelle parole dell’attuale segretario, Enrico Letta, che al New York Times ha detto dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri che è: “Molto meglio di quanto ci aspettassimo”.

Insomma, Meloni ha fatto irruzione nel congresso dem. Ma in realtà il mosaico è bello che fatto da tempo e, come è normale in un partito tanto plurale e che ha governato il paese per dieci degli ultimi undici anni, ex ministri e capi corrente appaiono in entrambi gli schieramenti. Se Schlein può contare su Orlando e Franceschini, Bonaccini ha dalla sua parte l’ex ministro Lorenzo Guerini, le due capigruppo di Camera e Senato, Serracchiani e Malpezzi, e il capodelegazione al Parlamento Europeo, Brando Benifei.