Aumenti stipendi colf e badanti 2023, famiglie in difficoltà tra costi e caro bollette: serve un assegno universale maggiorato e in denaro. Potersi permettere l’aiuto di una badante, con gli aumenti delle retribuzioni che sono scattati a decorrere dal 1° gennaio scorso e i relativi contributi da versare, ai quali vanno aggiunte le spese delle bollette, ha messo in difficoltà le famiglie, soprattutto quelle che tra i componenti hanno degli anziani non autosufficienti. L’allarme arriva dall’Associazine nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf) che ha commissionato un’indagine statistica al Censis su un campione mirato, composto dai nuclei iscritti. Dalla rilevazione è emerso che i costi per l’assistenza sono insostenibili per il 59% delle famiglie. La stessa associazione, in merito al riordino della materia degli anziani e delle persone non autosufficienti, chiede che venga introdotto un assegno universale maggiorato al posto dell’indennità di accompagnamento. In tal senso, le attese maggiori si riversano sul disegno di legge Delega in favore delle persone anziane, che attualmente è all’esame del Parlamento.
Aumenti stipendi colf e badanti 2023, famiglie in difficoltà tra costi e caro bollette
Gli stipendi di colf e badanti sono stati aumentati nel 2023 del 9,2% per effetto del mancato accordo, nel mese di gennaio, dei sindacati in sede di rinnovo del contratto nazionale di categoria. La percentuale di aumento deriva dall’80% dell’inflazione registrata a fine novembre 2022 dell’11,5%. Per effetto di questo adeguamento, il livello più basso del contratto, ad esempio una colf che fa solo le pulizie, ha una retribuzione mensile di 725,19 euro. Ma le cifre cambiano radicalmente quando si tratta di badanti addette al sostegno di persone non autosufficienti: tra retribuzione, indennità di vitto e alloggio e contributi si arriva a 1.592,17 euro al mese. Assindatcolf, pur ammettendo la necessità di adeguare gli stipendi dei lavoratori domestici, aveva proposto di “spalmare” gli aumenti nel corso dell’anno per non gravare oltremodo sulle famiglie. Su questa proposta non vi fu accordo, ragione per la quale il contratto passò con la percentuale di aumento comunque garantita, cioè quella del 9,2%. Tuttavia, oggi si verificano i primi effetti sui bilanci familiari: nell’indagine Censis, le famiglie campione – che al loro interno hanno quasi sempre almeno un componente over 65 – hanno dichiarato nel 59% dei casi di non potersi permettere un lavoratore domestico che possa dare una mano in casa. Inoltre, uno dei dati più significativi è che la metà delle famiglie intervistate ha dichiarato di dover sostenere una spesa superiore a 1.100 al mese per un lavoratore domestico, un costo che sta cambiando anche le abitudini di vita. A fronte di questi aumentati, infatti, il 40% delle famiglie ha dovuto limitare le spese, soprattutto di abbigliamento ed elettrodomestici, altre hanno dovuto già mettere mano ai risparmi. Tutte ragioni per le quali le famiglie ritengono indispensabile un aiuto – un bonus, come esiste oggi per altre categorie – da parte dello Stato.
Serve un assegno universale maggiorato e in denaro più dell’indennità di accompagnamento
Interpellate sui nuovi strumenti di sostegno previsti nel Disegno di Legge Delega in favore delle persone anziane, l’82,9% delle famiglie campione ha dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati. “Il nostro auspicio – spiega il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini in una nota del portale istituzionale – è che nella stesura definitiva della legge e, successivamente, nell’adozione dei decreti delegati, possano essere recepite le indicazioni che arrivano direttamente dalle famiglie, oramai consapevoli di come la gestione della non autosufficienza non possa più essere affidata a soluzioni precarie, provvisorie o fai da te. Al contrario servono aiuti concreti che rendano sostenibile la spesa e, allo stesso tempo, facciano emergere il lavoro irregolare”.