Massimo Troisi ieri avrebbe compiuto 70 anni. La sua simpatia e la sua arte mancano moltissimo al mondo del cinema e dello spettacolo in generale.
Affetto da gravi problemi sanitari al cuore sin dall'infanzia, morì all'età di 41 anni il 4 giugno 1994 all'Infernetto (Roma) per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche. Il giorno prima aveva terminato Il suo ultimo film "Il postino", per il quale sarebbe stato, qualche tempo dopo, candidato ai premi Oscar come miglior attore, miglior film, miglior regia e per la miglior sceneggiatura non originale.
Troisi, da piccolo, soffrì di febbri reumatiche che gli causarono una gravissima degenerazione della valvola mitrale.
La febbre reumatica era molto diffusa fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Oggi, grazie all’uso degli antibiotici, in Italia colpisce una persona su 100mila. In soggetti predisposti geneticamente, ripetute infezioni alla gola, causate dal batterio Streptococco beta-emolitico di gruppo A, portano ad una risposta anomala del sistema immunitario. Questi produce, per errore, anticorpi contro tessuti sani, come le valvole cardiache, compromettendole.
Le spoglie dell'attore sono conservate nel Cimitero di San Giorgio a Cremano insieme a quelle della madre e del padre.
I funerali si sono tenuti il 6 giugno 1994 a San Giorgio a Cremano, in una parrocchia di Sant'Antonio gremita.
Erano presenti tutti quelli che in vita lo hanno amato, come suo fratello Enzo o l’amico e collega Lello Arena. Massimo sapeva che la sua vita non sarebbe durata tanto, soprattutto dopo il suo intervento al cuore, così come raccontò il fratello Enzo, tra le lacrime:
Troisi non si sposò mai e non ebbe figli, ma si legò a diverse donne, alcune delle quali appartenenti al mondo dello spettacolo. Fra queste ricordiamo Jo Champa e Clarissa Burt. L’ultima compagna, dal 1992 al 1994, è stata l’attrice e soubrette Nathalie Caldonazzo.